Crisi dell'editoria. Fare il giornalista o no? |
Quando qualche ragazzo mi chiede: «Vorrei fare il giornalista, che cosa mi consigli?» Mi permetto di sconsigliarlo, sommessamente ma caldamente. A meno che l'interessato/a non abbia il sacro fuoco, che nulla può fermare. Gli anni epici sono finiti da tempo, e se devo parlare autobiograficamente, li ho vissuti. Inizi formativi alla mitica Provincia Pavese, quotidiano locale, pagato 5-10 mila lire a pezzo (quando andava bene), il successivo passaggio a il Giornale di Maurizio Belpietro appena dopo l'uscita di scena di Indro Montanelli, e - dopo un corollario di mille collaborazioni vissute nel frattempo - l'approdo a Tv sorrisi e canzoni. Giornale tuttora guidato con cura del prodotto e mano felice, in uno scenario difficile e concorrenziale.
Attualmente mi occupo soprattutto di critica per alcune testate, come TPI, Vero, Vero Tv e talvolta genericamente di spettacolo per Oggi. E poi ho un canale YouTube in crescita. Ma visto che la carta (tutta) vive un momento a dir poco complicato, fra copie in calo ed edicole che chiudono come mosche, consiglio ai giovani che si avvicinano a questo mestieraccio di puntare soprattutto sul web, ovvero il futuro. Sicuramente in questo momento più libero e interessante e con una fetta di mercato in continua espansione. Anzitutto per l'immediatezza della confezione della notizia, che supera quella dei quotidiani, che appena usciti appaiono già datati. E poi c'è il mondo dei podcast, altro sviluppo oggi molto interessante. Ma è meglio avere un po' di visibilità già acquisita per poterli affrontare sensatamente. A questo proposito, vi do un'anteprima: sto pensando di farne uno mio. Quando sarà arrivato il momento, sarete i primi a saperlo.