L'altra sera ho fatto un giro al nuovo e pompatissimo "Mercato Centrale Milano", spazio enogastronomico che si trova lungo via Sammartini, che costeggia a sinistra la Stazione Centrale (vista di fronte) e che si sviluppa in due lunghi corridoi laterali stretti a piano terra e primo piano proprio sotto la medesima.
Ci sono una quarantina di stand permanenti molto vari, affidati ciascuno a un nome (teoricamente) di grido della cucina, e tavoli e tavolini sparsi in una struttura urban style che ricorda un po' certe realtà analoghe newyorkesi. Prendi ciò che ti garba, ti vai a sedere, mangi, stai lì un po', sempre che tu riesca a sopportare il casino, e te ne vai.
Il problema è che siamo in Italia ed erano le 20 di domenica. Quindi pienone incontrollabile. Non oso pensare al sabato. Tralasciando il totale disinteresse verso le normative anti-Covid (non c'era nessun controllo di green pass e neppure un termo-scanner ai due ingressi, ma almeno tutti all'interno indossavano le mascherine), bisogna fare un ragionamento sui prezzi, decisamente troppo alti per quello che poi si trova nel piatto e le modalità di servizio.
Se mi fai pagare 15 euro un risotto alla milanese basic (che diventano 25 se vuoi anche il sughetto di ossobuco) mi devi far sognare come Cenerentola al gran ballo. Non puoi servirmi un mestolo tirato di risottino normalissimo, che non dico saprei cucinare io (perché non so fare assolutamente niente, però quanto a gusti eno-gastronomici lasciami stare che ti scotti), ma qualsiasi casalinga sotto la Madunìna. Allo stand hamburger, costine e pulled pork di Joe Bastianich (prezzi alti anche lì e quantitativi ridotti) c'è una fila che manco per la distribuzione del pane nella Grande Guerra.
Se mi fai pagare 15 euro un risotto alla milanese basic (che diventano 25 se vuoi anche il sughetto di ossobuco) mi devi far sognare come Cenerentola al gran ballo. Non puoi servirmi un mestolo tirato di risottino normalissimo, che non dico saprei cucinare io (perché non so fare assolutamente niente, però quanto a gusti eno-gastronomici lasciami stare che ti scotti), ma qualsiasi casalinga sotto la Madunìna. Allo stand hamburger, costine e pulled pork di Joe Bastianich (prezzi alti anche lì e quantitativi ridotti) c'è una fila che manco per la distribuzione del pane nella Grande Guerra.
Più abbordabili i toscani con i loro piatti tradizionalmente leggerini, fra trippe e lampredotti, un po' snobbati i liguri con le loro focacce. Poca gente anche per i ravioli cinesi. Anche nel reparto vini con i prezzi picchiano come fabbri nel Trono di spade. Non parliamo poi di quelli del banco del pescato fresco, che puoi portare via o farti cucinare sul posto.
Niente a che vedere con il mercato di Madrid, analogo per certi versi, ma spettacolare, con prezzi contenuti e una qualità di prodotto spesso altissima. Infatti là te ne vai spendendo come ridere 50-60 euro senza accorgertene. Qui te ne vai e basta.
Non prendi la fascia bassa, perché i prezzi sono troppo alti. Ti assicuri la fascia media, che però dopo una visita ti saluta perché a parità di costo trova molto meglio. E non conquisti la fascia alta, che va altrove a prescindere, servita e riverita, non in un carnaio del genere. Oh signori, che cosa devo dirvi: le premesse non ci sono, ma in bocca al lupo.
Niente a che vedere con il mercato di Madrid, analogo per certi versi, ma spettacolare, con prezzi contenuti e una qualità di prodotto spesso altissima. Infatti là te ne vai spendendo come ridere 50-60 euro senza accorgertene. Qui te ne vai e basta.
Non prendi la fascia bassa, perché i prezzi sono troppo alti. Ti assicuri la fascia media, che però dopo una visita ti saluta perché a parità di costo trova molto meglio. E non conquisti la fascia alta, che va altrove a prescindere, servita e riverita, non in un carnaio del genere. Oh signori, che cosa devo dirvi: le premesse non ci sono, ma in bocca al lupo.