martedì 19 gennaio 2021

CRISI DI GOVERNO * LA RETROMARCIA DI RENZI E IL «COATTO UNICO» DI GIORGIA MELONI

Matteo Renzi, leader di Italia Viva, e Giorgia Meloni, a capo di Fratelli d'Italia.

I miei due cent sulla giornata di ieri. Matteo Renzi si è accorto (tardi) di avere tirato troppo la corda col suo harakiri furbetto ed egoriferito (che gli è sfuggito di mano, perché pensava di riuscire a chiudere il ricattone prima, ma ha trovato un muro), collezionando più critiche in pochi giorni da tutto il Paese che in tutta la sua vita, così è stato costretto a ordinare ai suoi la cauta astensione alla Camera. Li farà astenere anche oggi al Senato, dove si gioca la partita più difficile, altrimenti comprometterebbe del tutto un'immagine che come detto da tempo non esiste più agli occhi della gente. 
E per accontentare chi l'ha aspramente criticato anche per questo, farà parlare una delle due ministre Veline schiave e sottomesse che ha costretto nei giorni scorsi a silenti dimissioni. Comunque vada ne esce male, perché ha ordito tutta la pagliacciata. Credo che Giuseppe Conte si salverà in extremis, anche se con numeri minimi. E nel caso non dovesse salvarsi si troverà un altro fantoccio col rimpastone del Presidente Sergio Mattarella, perché le elezioni in questo momento sono la cosa più assurda e irresponsabile che si possa immaginare.
Il discorso di Giorgia Meloni. Non so se sia davvero convinta di essere una madre della Patria, ma è teatralmente brava. Un mix pesciarolo fra Anna Magnani e la Sòra Lella, senza aver mai raggiunto il successo di nessuna delle due. Del resto ha sempre amato il «Coatto unico», per dirla teatralmene. Ma ha i sondaggi in crescita (mentre la Lega è arrivata ieri a perdere il 12%) ed è galvanizzata. Le opposizioni fanno il loro gioco disfattista, ed è loro diritto: l'opposizione deve buttare giù il Governo per salire al potere. Peccato che il momento drammatico che stiamo vivendo sia del tutto eccezionale e che questo loro sacrosanto diritto si giochi adesso sulla pelle di tutti, compresi i loro elettori.
Renata Polverini ha fatto benissimo a lasciare Forza Italia e passare con la compagine di Governo perché ha scelto il momento più utile, più intelligente (e soprattutto più plateale) per farlo.

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