Il conduttore Luca Giurato, marito della giornalista Daniela Vergara. |
Luca, come inizio non c’è male. È questa la sua routine?
«No, sono le mie passeggiate quotidiane a Villa Borghese. Stamattina per esempio girato l’angolo mi sono imbattuto nel poster di una top model che sfoggiava uno strepitoso derrière, tra il mio stupore e l’ilarità dei passanti».
«Voglio diventare cacciatore di pianeti. Dopo avere letto dei tre scienziati che hanno preso il Nobel per la Fisica dopo avere studiato il Big Bang e nuovi mondi alieni, mi sono innamorato di ‘sta cosa».
La scienza, la divulgazione e gli ufo. Si mette a fare concorrenza a Piero Angela?
«Mannò, non voglio portare via il lavoro a nessuno! E poi Piero parla anche della Terra. A me interessa solo il cosmo, il vuoto siderale e altri mondi oltre le galassie inesplorate. Posti dove ci sia l’acqua, e dunque anche potenziali forme di vita che noi magari chiamiamo proprio aliene».
«È sempre lì, nel cassetto, Rai o Mediaset che sia; ma ha contorni ancora non ben definiti. Però ho trovato il titolo: “Attenti al matto!”».
La sua carriera, dal giornalismo per la carta stampata all’intrattenimento, è stata monumentale. Vogliamo fare invece un bilancio sentimentale?
«Prima di sposare Daniela ho avuto un’altra meravigliosa moglie che si chiama Gianna e fa l’avvocato. E prima, tanti amori. A volte m’addormento pensando alla fortuna di avere avuto storie con ragazze cinesi e delle isole dell’Oceano indiano, e anche di Brisbane, in Australia».
«Oh, nun me lo fa di’ a mme, però è tutto vero».
Con Daniela vi sarete conosciuti in Rai, ovviamente…
«No. A colpirmi fu per prima cosa la sua voce: io ero al quotidiano La Stampa e lei lavorava per un’agenzia che forniva notizie al giornale. Alla seconda telefonata mi sono detto: questa la devo conoscere. L’incontro avvenne per caso a Montecitorio. Mi si para davanti questa stupenda creatura. Poi ci sono volute le sette fatiche di Ercole più le mie per invitarla a un caffè e a una cena. Seguì matrimonio».
Sua moglie sembra una donna energica, dominante, che non rinuncia al bastone del comando. È così?
«Senza dubbio ha il bastone del comando e io sono un genio assoluto nello schivare quelle bastonate. A volte accetto con tenacia la sfida, altre mi arrendo alla sua indiscussa superiorità. C’è poco da fare: oggi le donne hanno la supremazia».
«Sì, ma niente di grave: al 99% sono bugie bianche. Però poi mi scavo la fossa da solo; la sera, a letto, con un po’ di compiacimento, le dico: “Ma ti sei accorta che prima ti ho detto una c…?”. Risposta: “Sì, me ne sono accorta ma tu non dire parolacce!”».
Uno stratega. Facciamo invece la classifica delle cinque partner professionali con le quali ha lavorato meglio.
«Paola Saluzzi, Livia Azzariti, Mara Venier, Eleonora Daniele e Monica Maggioni».
È stato conduttore storico di «Domenica in» e «Unomattina». Le manca l’adrenalina della diretta?
«Sincero sincero? No, sto bene così. Non ho più l’età né la forma fisica. Quando dal vivo percepisci stanchezza e un po’ di distrazione mentale, conviene lasciare e dedicarsi ad altro».
«Sarò onesto: a volte un po’ mi scoccia. Mi diede soddisfazione una volta Barbara D’urso nella più bella intervista che io abbia fatto in tv, presentandomi come “Un giornalista con gli attributi”».
Le sue gaffes sono scolpite nel cielo. Come quando diede la parola al Presidente dell’associazione sordomuti. Ricordiamone un’altra.
«Conducevo con Roberta Capua. Arriva un ospite con un cane stupendo. Per tutto il tempo ho chiamato l’ospite col nome del cane. Roberta mi ha corretto, me la sono anche presa con lei, ma poi il signore le ha dato ragione. Avrei voluto scomparire».
«Assolutamente naturali. E quando ho provato a calcare la mano mi sono accorto che era meglio lasciare andare le cose per il loro corso».
Su internet ne gira una stupenda che le viene attribuita: «Mi sono cotto il razzo». Vera o leggenda?
«Onestamente non la ricordo, ma conoscendomi potrei tranquillamente averlo detto».
Provo a regalare uno spunto autorale ad Amadeus. Se per il prossimo Sanremo la chiamasse non certo a condurre il festival, ma a declamare titolo, autori, interprete e direttore d’orchestra di ogni canzone in gara?
«Ce còro, direbbero a Roma. Andrei di corsa: mi pare un’idea molto simpatica».
«È diventata una città invivibile; non solo nelle periferie, ma anche in centro. Tra immondizia, topi, cinghiali, avvoltoi, c’è di tutto. Ma sono un po’ bloccato a parlarne».
Perché?
«Perché Virginia Raggi è persona gentile e mi piace fisicamente. La conobbi due anni fa agli Internazionali di tennis, facemmo una foto insieme, fu disponibilissima. Ha un bel sorriso e quel nasino che mi piace alla follia. Quindi è un peccato che sotto la sua amministrazione la mia città si sia ridotta così».
Grazie Luca, è stato un enorme piacere.
«Graziea te e al tuo stupendo giornale. Ah mi raccomando: questa cosa del naso mettila: è importante. Poi me s’inc… Daniela, ma pazienza».
(DAL SETTIMANALE OGGI - OTTOBRE 2019)