Jody Cecchetto, figlio di Cladio e Maria Paola Danna detta Mapi. |
A occhio da mamma Maria Paola Danna detta Mapi ha preso invece l’attenzione per il look, curatissimo. «Sono a posto i miei capelli?» dice Jody fissandola durante alcuni scatti di questo servizio fotografico. Lei annuisce soddisfatta, e si riparte.
Il ragazzo nella vita ha deciso di fare il bravo presentatore. Ma non di quelli vecchio stile, per carità. Qui siamo alla tv 3.0. Come minimo. Dal 16 dicembre, ogni lunedì alle 20.25, è in onda su DeaKids (Sky, canale 601) con «Ready Music Play!». Due squadre miste composte da quattro giovanissime influencer (Sofia Dalle Rive, Caterina Cantoni, Giulia Savulescu e Virgitsch) si scontrano a colpi di «lip sync», ovvero brani famosi cantati in playback.
Parlare con Cecchetto junior significa invecchiare a vista d’occhio in soggiorno con la velocità con cui il cinematografico Benjamin Button ringiovaniva. Arrivi dicendo che bazzichi stabilmente Facebook, e lui: «Sì, Facebook ormai è dai 50 anni in su: circolano le foto con i fiori glitterati, le immagini dei cagnolini con scritto: “Condividi se hai un cuore”…». Però tu un po’ lo sapevi e pensi di fare bella figura dirottando subito su Instagram. «Sì, Instagram è dai 30 in su. Hanno preso il meglio di Facebook togliendo altre cose. In realtà ho notato che si va a decenni. Adesso sotto i 30 c’è Tik Tok, e poi vedremo». Morale, è dura: se sei un teenager oggi rischi di andare fuori moda nell’arco di un aperitivo, se fai giusto un po’ tardi.
«X-Factor» però, da almeno un paio di stagioni, langue un po’ sia come ascolti che come verve. «È vero, perché si sono accorti che di gente brava a cantare ce n’è tanta, ma i talenti puri sono al massimo un paio» dice Cecchetto padre. «E allora fanno tv e spettacolo puntando tutto sui giudici e i loro litigi. A me chiesero all’inizio, anni fa, se volessi entrare in giuria, ma essendo io talent scout chiesi di mettere mano anche ai casting e al resto; mi fecero capire subito che non era aria, che volevano mantenere il controllo totale, e ci siamo salutati».
«E qui fa male» ironizza Claudio «perché quando se ne accorgono magari qualcosina ci scappa. Io per esempio sono quello del “Gioca Jouer” (che in una versione riveduta e corretta è sigla di «Ready Music Play!») e grazie a ciò, per simpatia, non prendo multe dai vigili, e i parcheggiatori mi trovano posto più facilmente. Uscendo dall’auto preparo sempre l’attacco del pezzo: “Dormire, salutare, autostop”».
I Cecchetto hanno anche un altro figlio: Leonardo, 19 anni. «Per la musica ha forse più passione di me. Ha scritto un pezzo free style trap sulle focaccine dell’Esselunga che è diventato virale con due milioni di visualizzazioni» dice Jody con orgoglio.
«Mah, non so. Ogni tanto io incontro qualcuno che mi dice: “Sa che mia figlia canta bene?”» osserva Cecchetto senior. «E a volte rispondo: “Ottimo, se anch’io cantassi bene avrei un futuro sotto la doccia!”. Non bisogna cantare per forza! Dio ci ha dato la bella voce per farci stare bene, non per rompere le p… al prossimo. Ma poi mi spiace essere troppo definitivo e smontare la gente. Se a un provino si presenta qualcuno che non mi piace non lo stronco; dico che fa un genere che conosco poco e porto esempi di qualcuno che ce l’ha fatta».
(DAL SETTIMANALE OGGI - DICEMBRE 2019)