Starnuto con mascherina chirurgica incorporata ai tempi del Coronavirus. |
Dalla notte dei tempi della mia vita, appena circola qualcosa di virale nel nostro meraviglioso Paese, sono il primo a prenderla. Non c'è influenza di stagione che non mi becchi al volo. Da sempre. Mi vanto di essere il primo a intercettare qualsiasi ceppo (di 'sta ceppa) circoli nell'aria. Arriva, e sono a letto con l'influenza. Pare che abbia il radar. Anche virus intestinali, se occorre. Quel che c'è, c'è. A me il contagio, please. Non faccio neppure più l'annuale vaccino anti-influenzale da quando un inverno mi sono preso comunque la gatta da pelare nonostante l'avessi fatto con tutti i crismi; tanto vale. Vado alla spera in Dio.
Per dire: ho la psicosi dell'India. Non sono mai andato in India (viaggio che mi piacerebbe moltissimo fare, da sempre), perché le rinomate condizioni igieniche locali non proprio ottimali (per usare un eufemismo) mi inducono a pensare che prenderei qualcosa già mentre scendo dalla scaletta dell'aereo appena atterrato. Per poi rovinarmi la vacanza, stando ottimisti.
Questa doverosa premessa, per dire che non mi capacito di non avere ancora preso il Coronavirus. In queste ultime settimane, certo, sono stato sempre attentissimo e isolatissimo, ma non si spiega comunque. Vi ricordo il mio primato mondiale, tuttora imbattuto. Allora, pensa che ti ripensa, mi sono dato una spiegazione. Dal momento che gli esperti dicono che il bastardo fosse in circolazione almeno già da gennaio, ecco che a gennaio (appena prima di partire per una settimana a Sharm, che temevo tantissimo di perdere) ho fatto due giorni a letto con mal di gola, infiammazione oculare e 39.6 di febbre. Un picco di temperatura del genere l'avevo toccato l'ultima volta da pischello, a memoria mia. Due giorni d'inferno, poi così come è arrivata, la brutta cosa è sparita senza lasciare apparenti tracce. E sono riuscito a partire per il Mar Rosso.
Ovviamente adesso, anche se per fortuna sto bene, mi resta il dubbio che la vampata di gennaio fosse una manifestazione (magari lieve) di Mr. Covid-19. Vorrei saperlo, anche per capire se io possa esserne ora immune. Sarebbe certo utile non solo a me, ma anche a tutta la comunità saperlo. Ma nessuno mi farà mai un tampone (o per meglio dire, un test sierologico), ovviamente. E resterò con il dubbio.
P.S.
Il primo che insinua che io sia il Paziente Zero (quello era tedesco, si è già appurato), vado a casa sua, e me lo limono.