Ogni giorno me lo riprometto: basta con la politica sui social. Basta commenti o piccole analisi situazionali. Basta con quelle riflessioni più o meno condivisibili, più o meno azzeccate. Anche se a volte viene spontaneo farle. Invece no, bisogna smettere. Sono tutte cose che avvelenano l'anima. E a volte fanno litigare anche tra vecchi amici, non dico fra marito e moglie. Quelli litigavano di gusto già prima.
Sì, diciamolo una volta per tutte: basta. Perché su Facebook è esattamente come essere al bar. Perché scrivi una cosa e magari ti tocca leggere sotto il commento (di cui in genere non ti può fregar di meno, ammettiamolo) di quello che magari è sobrio, magari è al quarto bicchiere e che per dimostrare di averlo più lungo di te parte con un pippone (più o meno intelligente, più o meno delirante) di tre cartelle. E magari ti tocca anche rispondergli. E non hai tempo. O non hai voglia. O entrambe le cose.
Ragazzi, vi rivelo un segreto: l'abbiamo tutti cortissimo. Rispetto a qualsiasi immigrato africano, per esempio. E lo so, dà noia, ma è così. I commentatori dei post dovrebbero sapere che possiamo competere al limite con cinesi e giapponesi. Con il mondo asiatico siamo messi abbastanza bene. Ma guarda se vanno mai a postare il loro arguto pensiero là sotto. Mai. No, vengono a rompere le palle a te, distillando scienza. Hai la tua bella bacheca: usala.
Dunque basta. Basta con questa politica che mi e ci esce dalle orecchie. Insistita, piazzata ovunque. In modo a volte pretestuosissimo. Usando un messaggio, un media o uno stratagemma (basico, in genere, perché saremo anche scemi ma ce ne accorgiamo) per veicolare altri messaggi di parte. Faziosi. Ma fingendo equidistanza. Sì, ho scoperto che c'è anche chi scrive commenti qui sopra credendosi equidistante, dispensatore di equilibrio; osservatore super partes delle cose. Non qualcuno con una visione un po' partigiana, come tutti noi. Che a volte la rende sfacciatamente palese perché è divertente così, e a volte cerca invece di fare analisi meno schierate. Ma è comunque un'illusione. Perché mi tocca svelarvi un'altra cosa: non esiste testo (soprattutto politico) che riesca a essere scevro da una lettura che in fondo è di parte. Io, col mestiere che faccio, ogni tanto ci provo, a volte fatti alla mano. Ma vorrei scriverlo sopra, bello grosso: «È comunque soltanto il mio cazzo di parere». Poi la modalità assertiva fa parte dello stile giornalistico. Ma questo è un discorso che ci porterebbe lontano.
Qundi da oggi davvero - lo giuro - basta. Basta con la politica.
Salvini merda l'ho già detto?
Sì, diciamolo una volta per tutte: basta. Perché su Facebook è esattamente come essere al bar. Perché scrivi una cosa e magari ti tocca leggere sotto il commento (di cui in genere non ti può fregar di meno, ammettiamolo) di quello che magari è sobrio, magari è al quarto bicchiere e che per dimostrare di averlo più lungo di te parte con un pippone (più o meno intelligente, più o meno delirante) di tre cartelle. E magari ti tocca anche rispondergli. E non hai tempo. O non hai voglia. O entrambe le cose.
Ragazzi, vi rivelo un segreto: l'abbiamo tutti cortissimo. Rispetto a qualsiasi immigrato africano, per esempio. E lo so, dà noia, ma è così. I commentatori dei post dovrebbero sapere che possiamo competere al limite con cinesi e giapponesi. Con il mondo asiatico siamo messi abbastanza bene. Ma guarda se vanno mai a postare il loro arguto pensiero là sotto. Mai. No, vengono a rompere le palle a te, distillando scienza. Hai la tua bella bacheca: usala.
Dunque basta. Basta con questa politica che mi e ci esce dalle orecchie. Insistita, piazzata ovunque. In modo a volte pretestuosissimo. Usando un messaggio, un media o uno stratagemma (basico, in genere, perché saremo anche scemi ma ce ne accorgiamo) per veicolare altri messaggi di parte. Faziosi. Ma fingendo equidistanza. Sì, ho scoperto che c'è anche chi scrive commenti qui sopra credendosi equidistante, dispensatore di equilibrio; osservatore super partes delle cose. Non qualcuno con una visione un po' partigiana, come tutti noi. Che a volte la rende sfacciatamente palese perché è divertente così, e a volte cerca invece di fare analisi meno schierate. Ma è comunque un'illusione. Perché mi tocca svelarvi un'altra cosa: non esiste testo (soprattutto politico) che riesca a essere scevro da una lettura che in fondo è di parte. Io, col mestiere che faccio, ogni tanto ci provo, a volte fatti alla mano. Ma vorrei scriverlo sopra, bello grosso: «È comunque soltanto il mio cazzo di parere». Poi la modalità assertiva fa parte dello stile giornalistico. Ma questo è un discorso che ci porterebbe lontano.
Qundi da oggi davvero - lo giuro - basta. Basta con la politica.
Salvini merda l'ho già detto?