Da sinistra, Matteo Salvini, Matteo Renzi e Giorgia Meloni. |
In quest'ottica "strategica" per il proprio orticello va registrata la bizzarra uscita di ieri di Renzi («Riapriamo subito tutto: fabbriche, scuole...»), che ha fatto scalpore e indignato tanti. Renzi, cinicamente ma lucidamente, sta scommettendo invece sul default sanitario/economico del Paese. Se non ce la faremo, se spunterà una crisi mortale per l'economia, quando Conte salterà, tutti ricorderanno il «Riapriamo tutto» di Matteo da Rignano e penseranno: «Però vedi, se all'epoca avessimo fatto come diceva lui...». E i suoi consensi aumenteranno. Magari arriverebbe anche al 10-15%, con un po' di fortuna.
È una scommessa rischiosa, molto cinica, ma se ora hai appena il quattro per cento e niente da perdere, forse ti conviene tentarla. È brutto a dirsi, eppure... D'Altra parte l'odiata coalizione della quale pure fa parte (senza un ruolo di potere e visibilità personale, che gli manca tantissimo) potrebbe buttarla giù anche con i suoi numerini attuali. Ma non lo può fare in questo momento perché passerebbe per quello che ha affondato la nave durante la tempesta.
Più complicato il caso di Salvini, al quale il Coronavirus nelle ultime settimane ha rubato tutta la scena. Invece di polemizzare, ha preferito limitarsi a qualche usuale pagliacciata di contorno e (giustamente) tacere, rimproverato però dal "suo" Vittorio Feltri. Che nei giorni scorsi, con un impeto di senile, forse incauta sincerità, gli ha scritto apertamente: ti sei rammollito. Torna a fare quello che sai fare meglio: cavalcare le paure della gente. Non so quanto Salvini abbia gradito quest'uscita di Vittorione (non si rivela sfacciatamente al cliente la ricetta dello chef, anche se è nota), ma secondo me fa bene Matteo da Milano a stare politicamente più schiscio in questo momento. Salvini non è mai stato un genio politico (solo uno scaltro e sciacallesco comunicatore), ma è molto meno stupido di quanto si impegni ogni giorno a dimostrare. Sa che sui migranti può giocare. Sulla salute e le tasche degli italiani, no. Anche se si traveste da paramedico per fare abboccare il suo fan club; ma ne risponderà alla sua coscienza. Certo, bisogna anche averne una...
Quella meno "appanicata" è Giorgia Meloni, che ieri ha fatto un rilievo sensatissimo (una critica al reddito di cittadinanza, quando in momenti come questi devi reperire per forza tanti redditi d'emergenza per chi non arriva a fine mese) e una polemichetta furba sui contributi statali che stanno per arrivare ai bisognosi: «No ai bonus-spesa vincolati, sì a 1.000 euro ciascuno». La talentosa Giorgia sa bene che gli italiani in miseria non amano essere costretti a comprarsi per forza il cibo, se con gli stessi soldi possono magari regalare al figlio l'ultimo modello di iPhone. È un paradosso, questo, ma anche una fotografia dell'Italia. Per favore non neghiamolo.
I più tranquilli? Il Pd, che ora deve solo stare nelle retrovie il più muto e defilato possibile (e ci riesce benissimo da sempre), e Silvio Berlusconi. Che dopo aver piazzato Guido Bertolaso a Milano e generosamente donato 10 milioni resta lì alla finestra (con vista sulla Costa azzurra) e tace. Godendosi la sua popolarità. Giustamente silente. In questo periodo, politicamente, stando all'opposizione, come fai sbagli.