- Il mio ex portinaio, anzianotto ma li porta bene, quello che fu cacciato perché a quanto pare s’era fregato i soldi dei condomini con l’anticipo delle nuove chiavi del portone con la mappatura (l’unica volta che andai a una riunione di condominio fu perché mi pregò di tentare di salvarlo), s’è riciclato dal fruttivendolo all’angolo come consegnatore a domicilio di buste cariche di spesa. Lo vedo in giro ogni giorno con una mascherina azzurra. E potrei scommettere un milione di euro senza timore di perderli che, da quando è iniziata l’emergenza, è sempre la stessa. L’ho già ribattezzato Portinaio Zero.
- Angela Merkel si sente un bullo perché ha più terapie intensive che anima. E quando ci penso mi girano modello ventola d’aerazione in capannone industriale, lo confesso.
- Siamo sicuri che a Milano chiudere gli alimentari e i mini-market che tenevano aperto sino alle 22 o per tutta la notte sia stata una genialata? Ne ho un paio sotto casa e sino a pochi giorni fa non c’era accenno di fila. Ora ci sono code (ordinate però) che manco durante la distribuzione del pane ai tempi di guerra. Mah.
- Sono cambiati gli sguardi anche fra noi che ci incrociamo quando portiamo fuori il cane. C’è una mesta complicità da Highlander metropolitani. Si scodinzola tutti a coda bassa e a debita distanza, naturalmente.
- Visto che la farmacia più vicina ha messo un paio di cartelli a caratteri cubitali con la scritta: «MASCHERINE AMUCHINA ESAURITI – SOLD OUT» (l’inglese serve probabilmente a chi il il Covid-19 non l’ha preso in Ticinese ma in Inghilterra), ne ho ordinate un pacchetto su Ebay. Dopo faticosa ricerca, spunta un prezzo onesto con spedizione in 10-15 giorni. Le compro pagando con Paypal. Tempo 24 ore, mi arriva un messaggio da Ebay che annuncia la chiusura dell’inserizione perché potenzialmente fraudolenta. Ora devo attendere dieci giorni un’ipotetica consegna (che non ci sarà) per poi richiedere il rimborso. Ci mancano anche i furbetti del Coronavirus.
- L’alienazione è tanta. Ho un amico che abita in una villetta a Cologno Monzese. Mi ha confessato che ogni giorno prende una sedia e si mette sotto il porticato a guardare i pochi che passano in strada. Come Renato Pozzetto quando aspettava il treno in «Ragazzo di campagna».