domenica 2 dicembre 2018

«SCHERZI A PARTE» A BASSO SHARE * SCOTTI COME ROCCO * BAUDO, IL LIBRO DEGLI ERRORI

«Polvere di Stelle» - Per «Scherzi a parte» c'è poco da ridere.
Mentre tocca rilevare il debutto lungo e sfilacciato di «Mai dire Talk» della Gialappa's, su Italia 1, dalle parti di Canale 5 resta sullo sfondo la rilevante crisi d'ascolti di «Scherzi a parte». Agli albori, quando lo confezionava Fatma Ruffini, «Scherzi» era un must della rete. L'audience scoppiettava, e anche se i dubbi su accordi e taroccature spuntavano come funghi sui giornali e venivano in parte ammessi: («A volte rifacciamo il finale se i Vip si arrabbiano troppo», concedeva monna Fatma), il pubblico dimostrava di gradire. Oggi quell'amore pare finito. Paolo Bonolis e i suoi autori sanno il fatto loro, eppure il programma non si schioda dal 15% circa. Siamo al tramonto di un genere?


Leonardo Pieraccioni.
Puntuale come una cartella esattoriale, sotto Natale arriva il nuovo film di/con Leonardo Pieraccioni. Si intitola «Se son rose...» e nel cast come d'abitudine, c'è un esercito di donne. Non s'è ancora capito se il nostro giri le sue pregevoli opere per portare a casa la pagnotta, o per rimorchiare. Motivi entrambi nobilissimi. E comunque una cosa non esclude l'altra.

Gerry Scotti.
Per «questioni di budget», quattro puntate speciali di «Chi vuol essere milionario?», con Gerry Scotti (che sogna una fiction nei panni di una sorta di Maigret, ma secondo me è più probabile che nel frattempo giri un altro paio di spot pubblicitari), saranno registrate in uno studio già montato a Varsavia, in Polonia. Un po' come tante produzioni di Rocco Siffredi. Speriamo con la stessa soddisfazione di cast e maestranze. L'Est come nuova frontiera televisiva italiana.


Alba Rohrvacher.
È entrato in commercio l'orologio che ci ricorda che dobbiamo morire. E io che pensavo bastassero i film con Alba Rohrvacher.

Gratis o meno che sia, plaudo al ritorno di Carlo Freccero alla direzione di Raidue. È uno tra i pochi in Italia a parlare di televisione (e di comunicazione) e a farla
Carlo Freccero.
con coscienza di causa. Dicono che rivoglia Beppe Grillo in video, e non è detto che non ci riesca. In fondo è stato il nostro più grande comedian, prima di fare l'inversione a U sulla strada della politica.



Il palazzo Mondadori a Segrate.
Pare sia costato 250 euro l'affitto dell'adiacente Sporting Club dove i giornalisti Mondadori, in agitazione per la vicenda della cessione di Panorama (lo raccontavo qui), sono stati costretti a tenere la loro assemblea sindacale dopo il rifiuto dell'editore di mettere a disposizione una sala riunioni a Segrate, come era sempre accaduto in precedenza.


Pippo Baudo.
Leggendo il sempre lucido Francesco Specchia, su Libero, scopro che anche lui, come il sottoscritto, aveva chiesto più volte a Pippo Baudo di raccogliere in un libro (io avevo contattato il Supertelepippone più che altro per fare un favore a qualcuno che se lo voleva accaparrare editorialmente) le memorie di Sua Pippità. Alla fine non l'abbiamo spuntata né Specchia né io ma il collega Paolo Conti del Corriere. E il volumetto («Ecco a voi (una storia italiana») è appena uscito. Peccato che ora un altro scrupoloso collega, Franco Zanetti di Rockol, sia andato a leggerselo tutto scovando un mare di errori per poi raccontarli in quest'articolo documentatissimo. Vuoi vedere che anche Zanetti...


Stefano Accorsi.
Un hacker si intrufola nel profilo Facebook di Stefano Accorsi e chiede soldi abusando del suo nome. 
Fatto grave, ma stando agli inquirenti esisterebbe comunque un'attenuante generica: non li chiedeva per produrre un film con Stefano Accorsi.


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