Il nuovo logo di Retequattro, che da settembre ha avviato un restyling. |
Su Libero Francesco Specchia analizza la débâcle della tanto reclamizzata «nuova Retequattro» che cavalca l'infotainment, sulla quale come ascolti regge a malapena Roberto Giacobbo con le sue ricostruzioni storiche border line. Segnano il passo sia Gerardo Greco che Piero Chiambretti, mentre Nicola Porro sarebbe «al 4%, sotto osservazione».
Non se la passa bene neppure Barbara Palombelli, spesso doppiata da Lilli Gruber su La7, ma se non altro «costa meno di tutti» rivela il giornalista. «Inoltre, inutile girarci attorno: a Mediaset la linea degli approfondimenti» dice Specchia «la decidono Piersilvio Berlusconi e Mauro Crippa (il Direttore centrale della Comunicazione del gruppo Mediaset, Ndr). Punto. Vige una dittatura dei palinsesti. Lo sanno anche i sassi».
Sembra fallito dunque, al momento, il tentativo di trasformare Retequattro (un tempo territorio di pascolo solo per vecchi film, telenovelas sudamericane ed Emilio Fede, Dio l'abbia in gloria) in una sorta di nuova La7. Molto difficile, sia perché La7 ha in squadra volti a mio avviso molto più performanti (da Enrico Mentana a Lilli Gruber, passando per Corrado Formigli, Giovanni Floris e ovviamente Massimo Giletti, in odore di ritorno in Rai), sia perché un'identità di rete non si ricostruisce in un battito di ciglia.