Il rapper Anastasio e Mara Maionchi. |
Mara è simpatica, molto più scafata di quel che lascia intendere la sua ruspante presenza scenica, ma «X-Factor» sembra bollito. E non basta la finta trasgressione della parolaccia, dello sfogo puramente estetico, a rianimare il paziente.
La sua edizione più dimenticabile, funestata peraltro da vagonate di neri pubblicitari, si è conclusa ieri con la vittoria annunciata del rapper Anastasio. Che non si capisce se abbia simpatie per Casa Pound o per il Mulino Bianco. Furbescamente non scioglie le riserve. Penalizzati i Bowland, che meritavano certo di più.
Il problema in questo caso (purtroppo) non è più la musica. Che bene o male replica e consuma facce, canzoni e talenti con una velocità devastante. È il format che avrebbe bisogno di prendersi almeno due anni di pausa. Ma non credo che Sky se lo possa permettere, avendoci innervato tanta parte del palinsesto e contando anche su «X-Factor» per dare un senso agli abbonamenti.
La barca fa acqua e i marinai prendono il largo: Fedez e Manuel Agnelli hanno già detto addio, e Lodo Guenzi si è rivelato una sòla come gli occhiali a raggi X che vendevano illo tempore sui giornaletti. Nella finale gli altri giudici gli hanno dato un po' di lustro, ma si intuisce che anche lui non sia destinato a restare.
Alessandro Cattelan è molto bravo e Mara «minchia!» Maionchi porta il suo coté adolescenzial-triviale che strappa il sorriso.
Ma è tutto già visto, è tutto risaputo.