Da sinistra, Luigi Di Maio e Stefano Di Battista, del M5S. |
Sentire però il signor Luigi Di Maio generalizzare, definire la categoria «Infimi sciacalli», con l'eco lontana di Mr. Alessandro Di Battista che rincara la dose con «Uniche puttane», mi fa un po' specie.
Prendersela con i giornalisti quando i sondaggi ti danno in calo e la Lega di Matteo Salvini sta erodendo tanti consensi ai pentastellati, è un'operazione da sfigati. Comprendo il nervosismo di Di Maio (il quale fra l'altro risulta abbia un tesserino da pubblicista, che mi auguro - per coerenza - abbia già stracciato), ma è lui stesso l'unica causa del suo male. Con l'amico (per così dire) Bibba che aspetta di tornare dalle crociate vacanziere per prendere il suo posto quando lui sarà bruciato. E Salvini che tira la corda sperando che prima o poi si spezzi. Non prima di aver eroso altri consensi al Movimento 5 Stelle.
Così si vive male, lo immagino. Ma i giornalisti, che raccontano i fatti, c'entrano poco. La politica bisogna anche saperla fare.