Claudio Baglioni. |
«Ho in scaletta 35 brani su
400 scritti. Sul palco sto tre ore, non di più: anche perché se l’ospite puzza
dopo tre giorni, al cantante succede dopo tre ore». Sempre in bilico fra ironia
e maniacale incastro dei tasselli del puzzle del proprio mito, Claudio Baglionisi rimette al centro della scena. E «50 Al Centro» è proprio il titolo dello
sfarzoso tour del suo mezzo secolo di carriera. Partito dall’Arena di Verona
(dove si chiuderà nella primavera del 2019) e destinato a raggiungere in 50
date mezza Italia.
Senza nessuna sosta?
«Mi fermerò il 24 novembre a
Torino, per iniziare poi a lavorare seriamente al mio secondo Sanremo da
direttore artistico, impegno di febbraio. E a marzo di nuovo live».
Per solutori abili. Si dice che il video del suo nuovo
singolo, «Al Centro», zeppo di artisti, contenga anche i co-conduttori del prossimo
Festival.
«È un corto che la Rai ha
fatto a mia insaputa. L’ho visto una volta pronto. Non sono il primo Claudio al
quale succedono cose a sua insaputa».
Quando la fermano per strada i fans, che cosa le
dicono?
«”Sei stato la colonna sonora
della mia vita”. E io rispondo: poteva andarti meglio, ma anche molto peggio!».
Ma un disco di inediti, non lo fa?
«I famosi “Progetti futuri”.
Uno di spettacolo può fare qualsiasi cosa nella vita, ma quando incontra un
giornalista la domanda alla fine sarà sempre: “Progetti futuri?”. Mette
un’ansia pazzesca. Con Celso Valli stiamo lavorando da un po’ a un nuovo album,
è quasi pronto. Ma da due anni si stanno accavallando così tanti impegni, che
l’uscita viene sempre rimandata».
(DAL SETTIMANALE «OGGI» - SETTEMBRE 2018)