Benicio Del Toro in «Soldado». |
Un cast di primordine
Con gente come Brolin e Del Toro da dirigere (senza trascurare la piccola Isabela Moner, che cresce fra l'altro molto bene) verrebbe con tutti i crismi anche un B movie con Bombolo, buonanima. Figurarsi un prodotto ben rifinito e costoso come questo, seguito ideale di «Sicario». Azione e costruzione della trama si bilanciano con cura, e Del Toro in alcune scene è davvero un mostro di bravura. Il regista, l'italiano Stefano Sollima, in trasferta a Hollywood, è uomo d'esperienza, e porta il nobile marchio di fabbrica di «Romanzo criminale» (la serie) e «Suburra». Ovvero prodotti di qualità per un pubblico vasto. Cose rare in Italia. Esportarlo è motivo d'orgoglio.Il difetto: l'eccessiva serializzazione
Resta però l'amaro in bocca sotto finale. Un finale più che mai aperto, sospeso, che riporta con decisione al mood della serializzazione televisiva. D'accordo che le idee scarseggiano. D'accordo che questo è già (di fatto) un secondo capitolo di una sorta di saga, ma perché creare nello spettatore l'obbligo morale della visione di tutto il blocco? I film che nascono già per avere per forza un seguito (come questo) puzzano di bruciato più delle bombe che fanno saltare in aria set e figuranti. Altrimenti si fa una serie, la si piazza su Netflix, Sky o Amazon Prime Video, e siamo tutti felici e contenti. Primo fra tutti l'incolpevole spettatore, che non si sente troppo preso in giro.
Voto: 7 e 1/2