La copertina del libro di Gabriele Moroni, edito da Mursia. |
Il risultato è un libro avvincente che dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che omicidi, frodi, serial killer, morti di Stato e relativi insabbiamenti, rapimenti e persino il calcio scommesse non sono una prerogativa dei nostri tempi.
Il libro si apre con il caso del lupo antropofago che alla metà del Settecento fa strage di bambini nella campagne del milanese. Una morte dopo l’altra si alimenta quella che oggi chiameremmo una «leggenda metropolitana» seguita da un’isteria collettiva che trasforma il lupo in un essere demoniaco, tanto che scende in campo anche la Chiesa.
C’è poi la cronaca del caso Anita Garibaldi. Come è morta la
Gabriele Moroni |
Di decennio in decennio Moroni riapre casi da manuale come quello del «vampiro di Bottanuco» di cui si occupò anche Cesare Lombroso o di Giovanni Cavagnati, magistrato bolognese, sostituto procuratore del Re, scomparso senza lasciare traccia dopo una serata con gli amici. L’inchiesta, come ricostruito nel libro, resta aperta per decenni ma giustizia non è fatta.
Omicidio politico potrebbe essere stato, invece, quello del generale Alberto Pollio, morto a Torino la notte tra il 30 giugno e il 1° luglio 1914, tre giorni dopo l’attentato di Sarajevo che infiammerà l’Europa. C’è un nesso tra i due episodi? Moroni ricostruisce il possibile movente di quello che, a tutt’oggi, è uno dei grandi misteri italiani: Pollio era un sostenitore dell’alleanza con gli Imperi centrali e si sarebbe opposto a eventuali cambiamenti a favore delle forze dell’Intesa.
Tra i venti casi raccontati e ricostruiti nel libro non poteva mancare il calcio scommesse. Il primo scandalo nella storia pedatoria italiana è datato 1927. Il caso si apre con il derby Torino-Juventus finito 2-1. La vittoria però è stata comprata e dopo un’inchiesta che travolgerà il mondo del calcio dell’epoca la decisione della FGCI sarà secca: lo scudetto non viene assegnato. Dice in un intervista l’allora presidente della Federazione, il gerarca Leandro Arpinati: «Il campionato 1926-27 non avrà quest’anno il suo vincitore. L’esempio servirà, ne sono certo, di monito e varrà, mi auguro, a migliorare la situazione calcistica che è in questo momento di una delicatezza e di una gravità senza pari».
Le cronache degli ultimi anni dimostrano che la Storia, invece, si ripete.
Gabriele Moroni, milanese della provincia (Parabiago), come inviato speciale de «Il Giorno» ha seguito molti fra i più importanti avvenimenti di cronaca nera e giudiziaria degli ultimi anni. Con Mursia ha pubblicato Le Bestie di Satana (2006), Per denaro e per amore (2008), Fausto Coppi. Solitudine di un campione (2009), Il Paròn (2012), Il calcio malato (2014), Nonno Ragno e gli altri. Storie di lombardi da Guinness (2015).