Daniel Day-Lewis e Vicky Krieps ne «Il filo nascosto» («Phantom Thread»). |
Candidato a sei premi Oscar (merita più de «La forma dell'acqua» perché la trama brilla per originalità), «Il filo nascosto» si regge sull'incontenibile bravura di Daniel Day-Lewis. Uno che fa un film ogni dieci anni, campando comunque egregiamente, e che potrebbe dare enfasi epica anche alla lettura del bugiardino dei medicinali. Misurate e in parte anche le altre due comprimarie, in una pellicola raffinata (e ci mancherebbe altro), curata nei dettagli, ma un po' debordante nei tempi. Se Paul Thomas Anderson (quello di «Magnolia») l'avvesse accorciata di almeno 20 minuti, avrebbe pressato con minor intensità sugli zebedei dello spettatore. Che ne uscirà comunque esteticamente appagato. Il cinefilo ortodosso in particolare.
VOTO: 8/9