Una bozza di lavorazione di «The Shape of Water - La forma dell'acqua». |
In una base militare viene nascosta una strana creatura marina ritrovata in Amazzonia: è per un terzo uomo, per un terzo pesce, e per un terzo Scilipoti.
Che cosa diavolo sarà questo mostro, si domandano gli scienziati americani, non senza la curiosità dello spionaggio russo.
Mentre le grandi menti lavorano (torturando spesso la creatura, per mano di un cattivone che ha la voce di Pino Insegno), una donna delle pulizie muta si intrufola in laboratorio, innamorandosi dell'essere indefinibile agonizzante e incatenato ma provvisto di rara sensibilità.
Vuoi vedere che con l'aiuto del mio vecchio vicino, disegnatore pubblicitario sul viale del tramonto, studio un piano per rapire il mostro figo e portarmelo a casa?
Candidato a 13 premi Oscar (la protagonista, Sally Hawkins, è strepitosa) e definito «Il film per chi ama il cinema», «La forma dell'acqua» sta a metà fra l'apologo e la fiaba. Guillermo Del Toro, che cura allo spasimo ambientazione, luci e scenografie, sa che la vecchia ricetta, quando si cammina border line tra «La bella e la Bestia» e «Il gobbo di Notre Dame», non può non essere garanzia di successo.
È un film molto azzeccato sulla diversità, l'accettazione dell'imperfezione, il coraggio, l'handicap annientato dall'amore.
A proposito di acqua: una bottiglietta da mezzo litro di naturale al The Space costa 1,80 euro. Il film è senz'altro da rivedere, ma il prezzo anche.
VOTO: 8/9