«La Tv abbassa» - Salvate il soldato Milena Gabanelli |
Il nome Gabanelli ormai è un brand, è come la Coca-Cola. Garanzia di giornalismo televisivo d'inchiesta (di buon livello), fatto con la schiena dritta, che nessuno fa più e che bisognerebbe tutelare come si fa con i panda, invece di sopprimere o azzoppare.
Ma chi fa bene il proprio lavoro in questo Paese (non solo in campo giornalistico, temo), dà fastidio, va tolto di mezzo. Va censurato. Devi essere al servizio dei gruppetti di potere, delle consorterie, non dei lettori. È già difficile raccontare in modo onesto lo spettacolo (quindi, sostanzialmente, innocue scemate), figurarsi quando una si deve rapportare con le magagne di banche, grandi aziende, oppure con la politica. Che prima o poi in Rai ti soffoca sempre. E Viale Mazzini, che bene o male vuole restare sul mercato (perché paga 11,2 milioni di euro in 4 anni a Fabio Fazio e ha appena chiuso con Bruno Vespa a 1,2 milioni di euro a stagione, il 30% in meno del passato, bontà sua) si concede il lusso di mettere in salamoia una risorsa vitale e di grande impatto d'immagine come la Gabanelli. Servizio pubblico? No, servizio impudico.