Kim Jong-Un (a sinistra) e il cantante Psy. |
Riflettiamo su un fatto: nessuno oggi è più popstar di Kim Jong-Un. Il bizzoso leader di Pyongyan è meglio di Psy, quello del Gangnam Style: capello curato e impomatato (il suo barbiere, ricordiamolo, rischia tantissimo); faccia da ragazzino brufoloso che colleziona più testate nucleari che videogiochi alla Playstation; una voglia di apparire che manco Madonna ai primi tempi. Insomma, ciccio bello vuole stare sul palco, vuole riflettori e palcoscenico. Le sue bombazze non le lancerà mai perché sa benissimo che se sparisce l'umanità intera non avrà più una platea planetaria da piccionare e spaventare ogni giorno.
Kim vuole il pubblico, la notorietà, vorrebbe firmare autografi a Times Square, se potesse. Per questo mi permetto di suggerire a Donald Trump e all'Onu di lavorare diplomaticamente per trovare una major discografica (chessò, la Warner) che metta sotto contratto per cinque anni il ragazzo con l'obiettivo di farne una stella delle classifiche. Costerebbe senz'altro meno di tante altre soluzioni punitive, e ci metteremmo il cuore in pace, letteralmente, per un lustro buono. Poi, si vedrà. Il pezzo, volendo, si trova. Eventualmente glielo scriviamo noi Beagles. Senza impegno, sia chiaro.