L'italia politica spaccata in vista delle prossime elezioni. |
A destra non stanno meglio: sia Matteo Salvini (giovane, baldanzoso e un po' più avvantaggiato nei sondaggi) che Silvio Berlusconi (ringiovanito, baldanzoso e più moderato) vogliono la leadership. Che sotto sotto piace anche a Giorgia Meloni, sveglia, loquace, capace secondo me di una buona visione politica, la quale invoca le primarie. Ma lo scontro per la premiership fra i due titani è senza vincitori (a meno che non cedano lo scettro alla Meloni, e nessuno lo farà) e bene di certo non fa al centrodestra. Così come non fa bene alla Lega un Umberto Bossi truffaldino, estromesso e pieno di livore che nel retropalco di Pontida dice ai giornalisti: «Matteo è un contaballe».
A sinistra, un altro grosso problema: nessuno ha il coraggio di dire a Matteo Renzi che è bruciato. Che il rottamatore che ha perso credibilità va rottamato per il bene del partito. Lui gira l'Italia e saltabecca ovunque, ma nessuno dei suoi se la sente di dirgli la verità. Mentre nei sondaggi crescono Gentiloni e Minniti. E Massimo D'Alema e Pierluigi Bersani festeggiano a caldarroste e prosecchino della Lidl. Perché con quei numeri, dove vai?
Messa così, a meno che non escano dal cilindro apparentamenti a dir poco fantasiosi (Lega e Cinque stelle), sarà molto dura alle prossime elezioni non solo avere la maggioranza, ma trovare qualcuno che ci governi.
A parte Saviano, naturalmente. Che avrebbe un paio di buchi liberi martedì e giovedì in mattinata fra il promo di una serie tv e un ciclo di congressi sulla carie nei castori.