Ian McShane in «American Gods» (Amazon Prime Video) |
Tra le chicche tecnologiche, si può attivare una funzione da cultori che segnala con una fotina i nomi di personaggi e interpreti presenti in ogni scena. Si aggiorna continuamente, per non lasciare mai nel dubbio lo spettatore. Basta muovere il mouse.
Il logo di «American Gods». |
Difficile da definire, la prima stagione di «American Gods» è tutto e il suo contrario. C'è del fantasy truculento, ci sono antiche leggende, morti che resuscitano, umorismo nero, splatter stile «300», abbondanti echi tarantiniani. Insomma, tanta roba. Basta non farsi troppe domande e lasciarsi trasportare dal racconto. Il protagonista è un ragazzone mulatto (Ricky Wittle, più forte a bicipiti che a recitazione), che, alla faccia di Totò Riina, esce di prigione tre giorni prima del dovuto dopo la morte della moglie. E viene assunto come body guard da uno strano personaggio (l'enigmatico Ian McShane) in conflitto con dei e creature poco raccomandabili.
Billy Bob Thornton in «Goliath» |
L'altra primizia è «Goliath», con quel diavolo di Billy Bob Thornton, avvocato mezzo alcolizzato tagliato fuori dal suo vecchio studio, che con pochi mezzi accetta la causa legata al presunto suicidio del dipendente di una potente società che produce armi. Un noir che sembra partire un po' incerto, ma che decolla quasi subito, grazie alle indagini, ai contrasti fra le tante figure femminili (ottimo cast) e alla mai sopita conflittualità tra Billy e lo sfregiato William Hurt, ex socio ed ex amico (ora acerrimo nemico) di Thornton. Misterioso avvocatone che vive nell'ombra di un attico.