Rossana Casale |
La vittoria di Salvador Sobral ieri sera all'Eurovision Song Contest 2017 con la dolce ballata «Amar Pelos Dois» infiamma Rossana Casale, 57 anni, raffinata interprete italiana che ha spesso dovuto combattere (non agli inizi della sua carriera, ma in seguito) contro una certa resistenza del mercato discografico. Le canzoni più introspettive, si sa, non sono per tutti. Si tratta di prodotti a volte «di nicchia», come spesso viene sottolineato, eleganti, raffinate, e quindi destinate a una selezione. La Casale si ribella a questa logica e festeggiando la vittoria del cantautore di Lisbona consegna ai social un'amara riflessione, che posto qui sotto:
Canzoni come queste non vengono scritte con l'aiuto del computer dai cosiddetti autori che conoscono quattro accordi in croce, copiano qua e la e non capiscono nulla di armonia. Canzoni come queste, vengono composte da veri musicisti per necessità dell'anima. Canzoni come queste hanno riferimenti culturali nei geni e nella pelle dei loro autori fatti di storia della musica, del fado, della bossa, del cantautorato argentino, nel tango, nella musica antica napoletana e siciliana ecc. di enormi poeti musicali come Amalia Rodriguez, Raul Ferrão, Pedro Rodriguez, Fernando Pessoa ( poeta tradotto in fado e amato dal nostro Giorgio Gaber) Atahualpa Yupanqui, Vinícius de Moraes, Jobim, Caetano Veloso, Chico Buarque, Enrico Caruso, Roberto Murolo, Violeta Parra, Rosa Balistrieri ecc ecc. Amore, dolore, emigrazione, malinconia, ingiustizie e voglia di rinascita.
Gli accordi creati dagli stessi autori nascono e si incollano al testo camminando insieme. Parlano lo stesso sentimento. Maggiore, minore. Il cuore e la musica : maggiore, minore.
Non sto paragonando questo brano a certi mostri sacri, sto solo dicendo che questa brava cantautrice ha composto il brano senza furbizia di vendita ma con la necessità sincera di cantare il suo amore inascoltato e con la radice in se di chi prima di lei ha donato al mondo poesia in musica . I padri, i nonni, i bisnonni della parola cantata.
"O meu coraçao pode amar pelos dois". Bellissime e semplici, intelligenti parole.
Chissà quanti autori, quanti giovani cantautori suonano le loro inascoltate canzoni nel buio solitario e magico della loro camera, sognando di poterle esprimere un giorno a un'ampia platea. Da oggi comincio a credere che potrebbe succedere nuovamente. Ci spero davvero. Anche per me, per smettere di sentirmi guardata come un fuori-catalogo coi piedi.
C'è tanta gente che aspetta di ascoltarle. Gli stessi che hanno lanciato il loro abbraccio a Sobral ieri sera.
Accordi e abbracci.
Sappiatelo, furbetti del comporre contemporaneo. Voi questi accordi non li conoscete. Voi, questi accordi e queste parole non sapete proprio da che isole interiori lontane arrivino. Non ne conoscete le strade impervie e non avete il sacrificio dentro per poterle intraprenderle o il coraggio per attraversarne le acque agitate sulle quali si affacciano. Lasciate perdere. Continuate a guardare dentro i monitor dei vostri computer parlando ai vostri campionamenti. Gli archi intonati di ieri sera e il loro arrangiamento non sapete dove abitano, non vi appartengono e vi hanno tanto ferito come spade. Lasciate perdere.
Ecco. Accucciatevi nella vostra delusione di oggi e poi proseguite dritti per dove stavate andando, con i vostri bei conti in banca e l'allegria sociale di prima.
Giusto se mai vi venisse in mente di tentare di copiare anche questa meraviglia. Impossível».