L'iPhone 7 di Apple. |
Per capirci di più ho iniziato a chiederlo a ogni tappa del mio calvario. La domanda standard era: «Ma il blocco del codice IMEI rende veramente inservibile il telefono?». Ecco le risposte:
- CENTRO VODAFONE (il mio operatore telefonico): lo sguardo disincantato e vagamente beffardo del ragazzo che mi passa la nuova Nano Sim per il prossimo device punta a terra e la sua testa si scuote ritmicamente in un «No» virtuale ma molto eloquente. «Non serve a niente», aggiunge. «Comunque per bloccarlo vada dove ha comprato il telefono. Le daranno probabilmente un modulo da compilare».
Mi dirigo dove ho comprato lo smartphone a fare la stessa domanda.
- MONDADORI STORE: «Guardi, è inutile: l'IMEI lo flashano, lo cambiano, e volendo fanno tutto. È come per i ladri in casa: puoi mettere l'antifurto, puoi mettere le sbarre, ma se vogliono entrano comunque dappertutto. Per bloccarlo però non deve rivolgersi a noi, ma alla casa produttrice, la Apple».
- APPLE STORE FIORDALISO ROZZANO: «L'IMEI blocca soltanto le telefonate, non il resto dell'apparecchio, e per giunta in Italia. Se il cellulare arriva all'estero no. E comunque se si usa un wi-fi teoricamente uno può chiamare lo stesso con i dati. Noi non lo blocchiamo, comunque. Deve andare dalla Polizia Postale, oppure farsi dare il modulo dal suo operatore telefonico e spedirlo alla loro centrale frodi».
Il telefono della Polizia postale di Milano non risponde praticamente a qualsiasi ora del giorno. Impossibile avere un feedback. Ritorno dal via, come a Monopoli, spedisco la mia richiesta di blocco IMEI a Vodafone scaricando il modulo dal web e accludendo la denuncia di furto e copia della carta d'identità, e rimango con l'aria instupidita e la convinzione di avere fatto qualcosa che in realtà (par di capire) non servirà assolutamente a nulla.