Carlo Conti e Maria De Filippi |
Sanremo è Sanremo anche quando c'è un po' di mestizia nell'aria. Queen Mary parte un po' sottotono, modello partecipazione alle esequie di un congiunto, poi si riprende un po'. Evita accuratamente la scala (ma sabato, vedrete, la farà) e ogni tanto innesta qualche momento stile «C'è posta per te».
Non concordo con chi dice che Nostra Signora di Canale 5 ha rubato la scena a Carlo Conti, perché il filo della conduzione l'ha sempre tenuto lui. Nessun valletto di colore, dunque. Piuttosto, si è sentita molto l'assenza di una o due belle figliole sul palco. L'unico guizzo ormonale si è avuto quando è spuntata Diletta Leotta, che ha parlato di privacy violata e delle sue foto sexy rubate. Mentre su Twitter Caterina Balivo si imbarcava in un'assurda polemica per la mise della conduttrice di Sky in presunto contrasto con le sue parole costatale una bordata di critiche.
Tra i pezzi, si fa notare soprattutto quello di Samuel; anche Elodie ha un'onesta canzone e sta crescendo bene. Giusy Ferreri purtroppo emette guaiti in questa fase, quindi sospendo il giudizio in attesa che canti. Resto dell'idea che il meglio l'abbia dato con «Non ti scordar mai di me» di Tiziano Ferro, che ieri, ospite, oltre al momento Tenco aveva la sua meritata vetrinetta speciale. Peccato per Ron. Un buon pezzo, un bel crescendo, finito subito in zona rossa. Fiorella Mannoia «mannoieggia» da par suo, ma è sempre un bel sentire.
C'è poco, insomma. Per emozionarsi un po' bisogna affidarsi ai fuori gara, come Paola Cortellesi e Antonio Albanese. E a Ricky Martin che arriva a portare la tanto attesa allegria per 10 minuti trasformando Sanremo in un villaggio turistico.