Mara Maionchi e Alberto Salerno sulla copertina del loro libro: «Il primo anno va male, tutti gli altri peggio». |
Mister Mara (lui chiama la moglie «la soubrette», o «la showgirl», viste le di lei frequentazioni televisive), storico autore canzonettaro italiano, è uno spasso. Perché spesso si concede il lusso di commentare e parlare di musica con una libertà non comune. Con l'esperienza e le conoscenze dell'addetto ai lavori (a volte un po' anche dei livori, ma fa parte del gioco), e la voglia di canzonare. Nel senso più ampio del termine.
Finisce quindi che Alberto diventa la coscienza critica di Mara. Esprime quello che le Mare non dicono. Già, perché lei, tra «X-factor» e dintorni, passa per la Signora tagliente e sferzante del mondo della musica, e senza dubbio lo è, ma se andiamo al succo la sua ruspante sfacciataggine mediatica è riconducibile a qualche «Vaffa» ben tirato qua e là, a qualche: «Non capisci un c...», «Eh, ma che palle 'sta roba...». È il pop spinto che diventa opinionismo. È il personaggio della casalinga di Voghera che sclera davanti al televisore.
Salerno invece parla, eccome: dice, fa nomi e cognomi. Riporta aneddoti. Sicuramente si fa anche qualche nemico, e a volte innesta piccole retromarce quando lo ritiene opportuno. Per questo gli voglio bene: perché parla con schiettezza. Seguitelo, non ve ne pentirete. Qui sotto una breve rassegna di qualche suo post, fra Sanremo, Mina, Zucchero, Ramazzotti e l'immensità.