Maria De Filippi e Carlo Conti |
«Non sarà il mio Sanremo. Non è che avete un'idea sbagliata di me? La mia presenza penso non cambierà nulla al Festival. Quando ti propongono una cosa così bella non puoi sempre stare a pensare: mi conviene o non mi conviene? Anche se non la farò forse mai più. Anche se il giorno dopo mi direte che ho fatto schifo» (Maria De Filippi).
Il Sanremo del bianco più blues della conduzione televisiva e della regina della concorrenza, quello del compromesso storico Rai-Mediaset, comincia con due manifestazioni di umiltà da parte di chi starà sul palco a far girare la giostra delle canzonette.
Maria (pare che co-conduca a titolo gratuito) dice che prima si è «consultata con Maurizio, che non è mai stato contrario» e che vestirà Givenchy.
Dal momento che l'ipotesi di partecipazione della sovrana di «Uomini e donne» e «C'è posta per te» era nell'aria già da tempo e la notizia già anticipata da Repubblica e dal Giornale, mi sfugge il senso del balletto delle smentite alla confema della sua partecipazione, ieri a opera di Chi e del suo direttore Signorini, con un virgolettato dell'interessata subito contestato da lei stessa e da tutto l'entourage. Ma forse (e dico forse) sono amabili schermaglie tra uffici stampa scavalcati. Chi può dirlo?
Tra gli ospiti spuntano i nomi di Tiziano Ferro, una garanzia per gli ascolti, l'onnipresente Mika, Giorgia e Ricky Martin. Per Maurizio Crozza pare che le trattative siano ancora in corso.
Sarà un Sanremo da settantordici milioni di ascolto. Anche solo per la pura curiosità di vedere se Maria (metti caso la sfiga) cade dallo scalone come una Tina Cipollari qualsiasi.