Heather Parisi e Lorella Cuccarini |
Il botto in termini di ascolto non c'è stato: 4.695.000 teste con il 20,47% (stasera la seconda e ultima puntata) sono un buon risultato ma non il colpaccio che probabilmente si prevedeva.
Nonostante gli anni passino per tutti, le due signore sono ancora in grande spolvero: ballano, cantano, a volte inevitabilmente in playback, ma si donano al pubblico con generosità; soprattutto Lorella, che ha sempre quella straordinaria luce negli occhi che fece di lei «La più amata dagli italiani». Baudo e Scavolini docet.
Lo show, molto gay friendly, come l'icona Raffaella Carrà (citata più volte) è quasi totalmente, strategicamente incardinato sulle sigle che sono state il cuore pulsante della carriera di Heather e Lorella: «Disco bambina» e «Cicale» (scritte da Giorgio Calabrese, uno che riusciva a fare capolavori anche quando sfornava canzoncine), «Crilù», «La notte vola», «Liberi liberi», «Sugar Sugar», «Tutto matto», «Ti rockerò», la splendida «Io ballerò». Con arrangiamenti attualizzati, a volte un po' infelici o spiazzanti, ma la materia prima è quella. Pezzi che sono parte di noi e che ancora oggi ogni tanto spuntano come valore aggiunto nelle disco compilation.
«Nemicamatissima» è ben fatto ma non riesce a essere un capolavoro perché ha un punto debole: non c'è quasi mai vera interazione artistica creativa fra gli ospiti e le protagoniste. Caratteristica dominante e vincente, invece, degli show Fiorello-Ballandi, per intendersi. Zucchero viene, promuove e se ne va. Roberto Vecchioni canta e sparisce. Ezio Greggio accenna qualche battuta da solo e guadagna l'uscita. Giusto Amadeus con Giampero Ingrassia e Mal si imbarca nel revival del musical «Grease» con la Cuccarini, ma del resto era un pacchetto preconfezionato. Essì che tra gli autori c'è anche bella gente, come Marco Salvati. Un apporto compensato dalla presenza in veste di «collaboratrice» di Guia Soncini. Impossibile saperlo, ma mi piace pensare che abbia scritto i testi di un altro ospite solitario, Alessandro Siani. Uno che da sempre non riesce a farmi ridere neanche sotto tortura.