Paolo Sorrentino (foto di Gianni Fiorito) |
Il bravo Silvio Orlando ha cercato di reggere il peso di tutto per un po', portando sulle spalle il peso di una produzione esteticamente sfarzosa (per costumi e location vaticane), ma povera in quanto a sviluppo narrativo. Uscito di scena lui, il cardinale maneggione, si annaspava. Per fortuna qualche guizzo genialoide nei dialoghi («Santo Padre, qui tutti dicono che lei sia un Santo!» / «Calunnie») ogni tanto mi risvegliava dal sonno rem.
La grande bellezza papale di Paolo Sorrentino è svanita. E anche se il regista, durante il making of della serie mandato in onda ieri, ha già dichiarato di essere disposto a girarne una seconda, spero tanto che qualcosa, qualcuno (magari proprio lo Spirito Santo paraclito) posi una mano sul capino dei dirigenti di Sky Atlantic e li indica a desistere. Ma credo che l'abbiano capito. Anche se si sa, in queste cose a volte prevalgono logiche aziendali o d'immagine. Eppure fermarsi qui sarebbe una prova evidente dell'esistenza di Dio.