Questa volta Paolo Sorrentino (impagabile nella parodia vagotonica di Maurizio Crozza) ha voluto portare in scena il Papa figo che più figo non si può. Figo in modo assurdo, direbbero le ragazzine in tempesta ormonale. Il Santo Padre impossibile. Il «Mr. Wolf risolvo problemi» in un'improbabile «Papa Fiction» tarantiniana trasposta in Vaticano. Affidatosi al bel Jude Law, gli ha cucito addosso il personaggio di Pio XIII. Sarcastico, asciutto, al limite (e a volte oltre il limite) dell'impopolarità.
La figura chiave è l'ottimo cardinale Silvio Orlando, in licenza premio da Nanni Moretti (serve qualcosa di scritto per non rischiare casini, immagino), che si difende tramando, come può, dall'irruenza di questo Papa sui generis. Diane Keaton è la puntuale segretaria suor Mary, e sullo sfondo ogni tanto fa capolino l'impalpabile Gianluca Guidi, il figlio di Johnny Dorelli, che ti aspetti attacchi a sorpresa «I Found my Love in Portofino».
Buono il primo episodio, un po' sottotono il secondo. Ma Sorrentino, l'uomo de «La grande bellezza» (il sunto patinato di dieci anni di foto di Umberto Pizzi su Dagospia), che nei peccati di Roma si muove come il topo nel formaggio, confeziona per Sky Atlantic un bel prodotto. L'idea del Papa che sta un po' a tutti sulle sacre ampolle, che tira gli schiaffi, è molto intrigante, anche se irriproducibile nella realtà. La Chiesa ha avuto la fortuna (anzi, aveva il disperato bisogno) di imbattersi in quel genio mediatico di Bergoglio, Papa Francesco, che sa essere popolarissimo e colpire nel segno usando a volte qualche sapiente tocco che va nel segno contrario.
Diamo tempo a «The Young Pope» per crescere, tra le austere stanze e i corridoi di San Pietro. Io, per quel che vale, non me ne perderò una puntata: è come vedere Manuel Agnelli di «X-Factor» sul soglio pontificio.
La figura chiave è l'ottimo cardinale Silvio Orlando, in licenza premio da Nanni Moretti (serve qualcosa di scritto per non rischiare casini, immagino), che si difende tramando, come può, dall'irruenza di questo Papa sui generis. Diane Keaton è la puntuale segretaria suor Mary, e sullo sfondo ogni tanto fa capolino l'impalpabile Gianluca Guidi, il figlio di Johnny Dorelli, che ti aspetti attacchi a sorpresa «I Found my Love in Portofino».
Buono il primo episodio, un po' sottotono il secondo. Ma Sorrentino, l'uomo de «La grande bellezza» (il sunto patinato di dieci anni di foto di Umberto Pizzi su Dagospia), che nei peccati di Roma si muove come il topo nel formaggio, confeziona per Sky Atlantic un bel prodotto. L'idea del Papa che sta un po' a tutti sulle sacre ampolle, che tira gli schiaffi, è molto intrigante, anche se irriproducibile nella realtà. La Chiesa ha avuto la fortuna (anzi, aveva il disperato bisogno) di imbattersi in quel genio mediatico di Bergoglio, Papa Francesco, che sa essere popolarissimo e colpire nel segno usando a volte qualche sapiente tocco che va nel segno contrario.
Diamo tempo a «The Young Pope» per crescere, tra le austere stanze e i corridoi di San Pietro. Io, per quel che vale, non me ne perderò una puntata: è come vedere Manuel Agnelli di «X-Factor» sul soglio pontificio.