«Potremmo ritornare» è ben lontana dall'essere la più bella canzone di Tiziano Ferro; uno che ha scritto (anche) capolavori.
È però una ballata intensa, sofferta, il bilancio di un grande amore finito che fa ancora dannatamente soffrire. Un crescendo consolatorio per l'anima interpretato dalla calda voce di chi spera, allude, paventa, quasi minaccia il ritorno di una storia che aveva spaccato il mondo e che forse potrebbe ancora farlo. Perché chi è stato lasciato in fondo, lo sappiamo, ama sempre illudersi che sia così. Tiziano con molte delle sue canzoni ha preso il posto del Claudio Baglioni del tempo che fu.
Non avendo di fatto un ritornello, il pezzo, struggente ma ripetitivo nella struttura, necessità di più ascolti per entrare sotto pelle. Resto ora in paziente attesa dell'intero album, «Il mestiere della vita», per capire dove il nostro vada a parare.
È però una ballata intensa, sofferta, il bilancio di un grande amore finito che fa ancora dannatamente soffrire. Un crescendo consolatorio per l'anima interpretato dalla calda voce di chi spera, allude, paventa, quasi minaccia il ritorno di una storia che aveva spaccato il mondo e che forse potrebbe ancora farlo. Perché chi è stato lasciato in fondo, lo sappiamo, ama sempre illudersi che sia così. Tiziano con molte delle sue canzoni ha preso il posto del Claudio Baglioni del tempo che fu.
Non avendo di fatto un ritornello, il pezzo, struggente ma ripetitivo nella struttura, necessità di più ascolti per entrare sotto pelle. Resto ora in paziente attesa dell'intero album, «Il mestiere della vita», per capire dove il nostro vada a parare.