Premetto: ho un debole per Davide Maggio, il blogger che ha avuto l'idea impercettibilmente egocentrica di creare dal niente un sito di tv che porta il suo nome, e che è riuscito con gli anni a renderlo (fra un BOOM! e l'altro e con discrete fonti), spazio informato e credibile. La brandizzazione di se stessi porta inevitabili conseguenze sul piano dell'immagine pubblica. Davide per esempio se ti incontra, prima di salutarti, ti butta lì in modo apparentemente casuale che il suo profilo Facebook e Twitter sono verificati (hanno cioè il baffo blu, come il bollino della banana ciquita), e poi ti domanda, con altrettanta beffarda nonchalanche: "E il tuo?". Ben sapendo che il tuo non l'ha verificato neppure il tipo che fa l'assistenza annuale della caldaia. Per uno così, su, come fai a non provare simpatia?
L'insaziabile Maggio ora ha fatto il salto della quaglia, debuttando con una società di produzione (MediaMai) che ha lanciato ieri sera su Real Time un programma intitolato «La Quinceañera - 15 anni da favola». Deve essere stato terribile per Davide non poter utilizzare il suo nome, ma c'è sempre tempo, e comunque sono accanto al suo ego in questo difficile momento.
«La Quinceañera» è una sorta di docu-reality sulla festa più ambita dalle quindicenni sudamericane. Sogno e trash. Un po' come il prediciottesimo da noi al Sud. Solo che Maggio e i suoi sono andati a scavare nel ricco bacino dei sudamericani in Italia, dando loro visibilità, per ricreare da noi l'evento. Fra pizzi, lustrini, damigelle, unghie glitterate, parenti litigiosi, balli rituali, location da favola e limousine che t'accompagnano al party. La mia preferita era l'organizzatrice della festa (Quinceañera planner?) con l'apparecchio per i denti, ma questo rientra tra le mie perversioni.
Prima si inquadra la storia familiare, possibilmente carica di una tonnellata di sfighe passate, per poi arrivare al coronamento del sogno della piccina (già più scafata di Ambra ai tempi di Non è la Rai), in procinto di diventare donna. Tormento e riscatto. Tra «I fatti vostri» e «Cenerentola», con spruzzate di «Carramba, che sorpresa!».
55 minuti lordi girati e montati con cura, nel rispetto della grammatica di genere, e che si incastonano bene nell'eccentrico palinsesto di Real Time. E' un programma non propriamente indispensabile, dirà qualcuno. Vero, ma capirai. Sai quanti ce ne sono... E poi i latinos potrebbero riservare sorprese.