
Ci servirebbe un Guzzanti da passeggio, per ridimensionarci. Per rimettere in riga il nostro ego.
Ma veniamo a «Dov'è Mario?», quattro episodi di simil-serie in onda da ieri su Sky Atlantic. Mi è piaciuto? Sì. Mi sono “divelto” dal ridere, come in altre occasioni guzzantiane? No. Ma giocare sul sollazzo facile stavolta non era lo scopo del Profeta. Portando in scena lo straniante, devastante sdoppiamento fra Mario Bambea, intellettuale da talk-show rimasto a lungo in coma dopo un grave incidente, e il suo alter ego notturno, uno sguaiato cabarettista da teatrino off che può permettersi di dire «le peggio cose», mai e poi mai concesse al radical chic Bambea, Corrado ci mostra come siamo. Un popolo di cialtroni in cerca di visibilità, sia che si vesta un gessato grigio parlando con la erre moscia, sia che si imbocchi umilmente la strada dei talent in periferia o su una rete tv.
Guzzanti indica la luna, e stavolta non si può far finta di niente e guardare il dito. Bisogna osservare proprio là, quel teatrino che si consuma sui due piani vicini e contrapposti. Il teatrino che ci mette a nudo, come satira vuole.