Non ho mai conosciuto Gianroberto Casaleggio, lo strano guru, o para-guru, secondo qualcuno, del Movimento 5 stelle appena scomparso dopo lunga malattia. In compenso conosco da molti anni Beppe Grillo. E l'idea di prendere il più grande comico italiano come testimonial (perché di fatto questo è o è stato, come Charlize Theron per Chanel o Bruce Willis per Vodafone) di una compagine politica è stata tra le più grandi genialate del mondo della comunicazione concepite negli ultimi lustri. La politica come lo spot dello yogurt. La forza trainante di un popolarissimo gigante della comicità, sul palco sempre più massiccio e incazzato, al servizio di una compagine politica che in pochi anni è arrivata a diventare il secondo partito italiano. Portando, con metodi a volte discussi o discutibili, un manipolo di volti nuovi in Parlamento. A rinnovare almeno un po' le facce consunte di troppi guitti di vecchie repubbliche aggrappati alle proprie poltrone. Del resto che cos'è la politica oggi se non il regno di venditori di detersivo? Al posto del fustino metti un po' di volti noti, mescoli con forza aggiungendo badilate di retorica (vedi Salvini, il Bossi 2.0 che ha capito tutto della comunicazione, o i tweet di Matteo Renzi), e il gioco è fatto.
Non so quali fossero i rapporti di forza nella società Grillo-Casaleggio, ma credo che nel tempo siano molto cambiati. Parlando con Beppe, pochi anni fa, quand'era alterato per una frase che aveva ritenuto poco gradevole detta dall'amico Gino Paoli su di lui e il Movimento, mi disse: «Ma ti rendi conto che il prossimo anno sono 40 anni che faccio questo mestiere?». E con «questo mestiere» intendeva inequivocabilmente lo spettacolo, pur essendo di fatto già politico da tempo. Credo che Grillo in fondo abbia sempre considerato il suo impegno civile come un qualsiasi contratto fatto con l'agente di turno. Come una serata in un palasport prolungata ad libitum.
Tant'è che ora tenta l'impresa che tutti hanno sempre ritenuto impossibile di tornare a far ridere. Il triplo carpiato sulla via del non ritorno.
Comunque vada, addio Casaleggio. Non ti ho mai capito sino in fondo, e le tue profezie a volte mi sembravano lucide altre volte inquietanti o deliranti, ma hai dato una scossa alla politica italiana mettendo all'angolo tante facce che sembravano ineliminabili. Questo è un dato di fatto. Per come la vedo io, non di poco conto. Servirti di Grillo è stato il tuo colpo magistrale.