Far ridere è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai comici.
Soprattutto alla maggior parte di quelli visti in onda ieri su La7 in «Eccezionale veramente», autoreferenziale titolo che rimanda al capofila dei giudici, Diego Abatantuono, nume tutelare del pacchetto con la Colorado Film di Totti, produttore e da sempre suo compagno di scorribande.
Così, dopo «X-Factor», «The Voice of Italy», «Amici» e un numero incalcolabile di altri mini-talent settoriali, abbiamo finalmente anche quello sui cabarettisti. Obiettivamente, ne sentivo la necessità. E in attesa di uno sugli anatomopatologi, forse l'unica categoria ancora non sottoposta ad esame (non autoptico, televisivo), resto ai fatti.
E i fatti rimandano l'immagine di uno show troppo lungo, soprattutto in ragione della qualità del materiale umano proposto, condotto da un Gabriele Cirilli che ride di tutto per contratto (ma è evidente che non fa fatica neppure nella vita, beato lui), senza rendersi conto che se stai seduto a casa sul divano quella fatica la senti, eccome.
La giuria è variegata: oltre all'ospite che cambia ogni settimana (ieri il sommo Renato Pozzetto, addolcito dagli anni), ci sono Selvaggia Lucarelli, Paolo Ruffini e il già citato Abatantuono. La Lucarelli fa la sua parte con intelligenza (intanto a «Ballando con le stelle» viene criticata aspramente da gente bizzarra che è lì per farsi giudicare ma non lo accetta, come Platinette, Asia Argento e il Premio Nobel Enrico Papi) e una certa esperienza in fatto di umorismo e comicità. Che le viene anche dall'aver frequentato Max Giusti, Giuseppe Cruciani e Morgan.
P. S. Questa faceva ridere? Se sì, ditelo agli autori di «Eccezionale veramente».
Gli altri due sono un po' troppo democristiani, benevoli, soprattutto Diego. Ma l'inedito Ruffini serio, professionale e poco cazzaro convince di più perché sfoggia la sua onesta competenza come talent-scout di cabarettisti.
Ci sono poi tanti, troppi tagli (mal fatti) nel montaggio, che penalizzano soprattutto i contrasti tra i giurati, forse più divertenti delle esibizioni. Purtroppo non lo sapremo mai. E infine i comici, molti dei quali non sanno, o non hanno capito, che far ridere è una cosa troppo seria... ecc. ecc.
Soprattutto alla maggior parte di quelli visti in onda ieri su La7 in «Eccezionale veramente», autoreferenziale titolo che rimanda al capofila dei giudici, Diego Abatantuono, nume tutelare del pacchetto con la Colorado Film di Totti, produttore e da sempre suo compagno di scorribande.
Così, dopo «X-Factor», «The Voice of Italy», «Amici» e un numero incalcolabile di altri mini-talent settoriali, abbiamo finalmente anche quello sui cabarettisti. Obiettivamente, ne sentivo la necessità. E in attesa di uno sugli anatomopatologi, forse l'unica categoria ancora non sottoposta ad esame (non autoptico, televisivo), resto ai fatti.
E i fatti rimandano l'immagine di uno show troppo lungo, soprattutto in ragione della qualità del materiale umano proposto, condotto da un Gabriele Cirilli che ride di tutto per contratto (ma è evidente che non fa fatica neppure nella vita, beato lui), senza rendersi conto che se stai seduto a casa sul divano quella fatica la senti, eccome.
La giuria è variegata: oltre all'ospite che cambia ogni settimana (ieri il sommo Renato Pozzetto, addolcito dagli anni), ci sono Selvaggia Lucarelli, Paolo Ruffini e il già citato Abatantuono. La Lucarelli fa la sua parte con intelligenza (intanto a «Ballando con le stelle» viene criticata aspramente da gente bizzarra che è lì per farsi giudicare ma non lo accetta, come Platinette, Asia Argento e il Premio Nobel Enrico Papi) e una certa esperienza in fatto di umorismo e comicità. Che le viene anche dall'aver frequentato Max Giusti, Giuseppe Cruciani e Morgan.
P. S. Questa faceva ridere? Se sì, ditelo agli autori di «Eccezionale veramente».
Gli altri due sono un po' troppo democristiani, benevoli, soprattutto Diego. Ma l'inedito Ruffini serio, professionale e poco cazzaro convince di più perché sfoggia la sua onesta competenza come talent-scout di cabarettisti.
Ci sono poi tanti, troppi tagli (mal fatti) nel montaggio, che penalizzano soprattutto i contrasti tra i giurati, forse più divertenti delle esibizioni. Purtroppo non lo sapremo mai. E infine i comici, molti dei quali non sanno, o non hanno capito, che far ridere è una cosa troppo seria... ecc. ecc.