La metamorfosi dei film di Natale si sta compiendo. Checco Zalone sforna a Capodanno «Quo vado?», elogio del posto fisso, puntando la fionda della sua satira, monicellianamente, contro i (tanti) vizi e le (poche) virtù degli italiani. Gli stessi che il terrunciello 2.0 Luca Medici incarna al meglio senza che molti degli stessi italiani che vanno a vederlo se ne accorgano. Anzi, riuscendo a galvanizzarli con la sua magistrale cialtroneria. Altri, invece, tentano di risollevarsi.
Per esempio Christan De Sica e Neri Parenti, che riaffermano la trita logica del cinepanettone (più per dimostrare ad Aurelio De Laurentiis che possono farcela ancora, credo) piazzando nelle sale «Vacanze ai Caraibi», dove il posto di Massimo Boldi accanto al figlio di Vittorio sembra essere stato preso definitivamente da Massimo Ghini. Il film, come sempre, è imbarazzante, ma almeno hanno avuto il coraggio (che è mancato a Zalone, in cartellone dal 1 gennaio) di farlo uscire in contrapposizione netta con l’ingombrante «Star Wars – Il risveglio della forza».
E mentre Leonardo Pieraccioni con «Il professor Cenerentolo» non esce, come ogni anno, dal cliché che l’ha reso celebre (la storia d’amore brillante per coppie, dove è lei che trascina un lui perplesso al cinema), si fanno strada i cinepanettonari del nuovo millennio. Ossia Lillo e Greg, col loro «Natale col boss». Dove il mafioso vanesio che vuole cambiare i connotati trasformandosi in Leonardo Di Caprio, diventa (suo malgrado) Peppino Di Capri. Champagne.
Qualcosa sta cambiando, anche se poco, sotto il sole delle pellicole delle feste. In ogni caso, una dritta: se volete fare anche voi un film, assicuratevi di mettere almeno Natale nel titolo.
Per esempio Christan De Sica e Neri Parenti, che riaffermano la trita logica del cinepanettone (più per dimostrare ad Aurelio De Laurentiis che possono farcela ancora, credo) piazzando nelle sale «Vacanze ai Caraibi», dove il posto di Massimo Boldi accanto al figlio di Vittorio sembra essere stato preso definitivamente da Massimo Ghini. Il film, come sempre, è imbarazzante, ma almeno hanno avuto il coraggio (che è mancato a Zalone, in cartellone dal 1 gennaio) di farlo uscire in contrapposizione netta con l’ingombrante «Star Wars – Il risveglio della forza».
E mentre Leonardo Pieraccioni con «Il professor Cenerentolo» non esce, come ogni anno, dal cliché che l’ha reso celebre (la storia d’amore brillante per coppie, dove è lei che trascina un lui perplesso al cinema), si fanno strada i cinepanettonari del nuovo millennio. Ossia Lillo e Greg, col loro «Natale col boss». Dove il mafioso vanesio che vuole cambiare i connotati trasformandosi in Leonardo Di Caprio, diventa (suo malgrado) Peppino Di Capri. Champagne.
Qualcosa sta cambiando, anche se poco, sotto il sole delle pellicole delle feste. In ogni caso, una dritta: se volete fare anche voi un film, assicuratevi di mettere almeno Natale nel titolo.