Il Pd sta sperimentando la cura Matteo Renzi. Una sorta di giovanilismo dittatoriale post berlusconiano (che nei modi
e nelle tecniche di comunicazione ha tanto dell'originale) schifato da
molti della vecchia guardia, messi in castigo, e che era invece
purtroppo l'unica ricetta per uscire dalla palude di indecisionismo
nella quale la sinistra si trovava da decenni. Se tutto questo sappia
produrre risultati, lo vedremo. Per ora ha prodotto il renzismo, figlio
persino più rampante del berlusconismo, perché non nasce con la sua stessa sicurezza economica.
E mentre Giorgia Meloni, che non brilla per simpatia ma che la politica
la conosce, riceve assurde lettere con inviti all'antirazzismo da parte
di organismi di tutela che sono emanazioni del Governo, e giustamente
ci marcia su frignando sugli organi di stampa, viene voglia di stringere
la mano all'idiota che ha fatto la bella pensata di inoltrare (per
giunta a un parlamentare) una pur educatissima missiva che va
palesemente contro l'Articolo 21 della Costituzione. Il «Ti dico io che
cosa devi dichiarare» è splendido: soltanto un renziano più realista del
re(nzi) ci poteva arrivare.
Per quanto riguarda il Centrodestra, se qualcuno - in questa situazione - si illude che possa procedere senza un'alleanza tra Matteo Salvini (oggi fortissimo) e Silvio Berlusconi, continui a vivere nell'illusione. Il leghista ha dalla sua la forza prepotente di una realtà che brucia (e di una demagogia venduta a quintali a un elettorato da sempre molto sensibile al tema), e Silvio, che non ha più, anche per questioni anagrafiche, l'energia di un tempo, deve accettarne le bizze e assecondarlo. A meno che non voglia mettere tutto nelle manine di Brunetta o nel riciclato plastico della Santanché. Gente che respinge, più che attirare. Insomma, il matrimonio s'ha da fare. Anche se dubito che la squadra abbia i numeri per farcela, se non compatteranno tutte le forze in campo. Cosa improbabile. Dipenderà da quanto Renzi riuscirà o meno a combinare. O a convincere l'elettorato, con disperati messaggi post berlusconiani e Cinegiornali-Luce, di avere combinato.
Per quanto riguarda il Centrodestra, se qualcuno - in questa situazione - si illude che possa procedere senza un'alleanza tra Matteo Salvini (oggi fortissimo) e Silvio Berlusconi, continui a vivere nell'illusione. Il leghista ha dalla sua la forza prepotente di una realtà che brucia (e di una demagogia venduta a quintali a un elettorato da sempre molto sensibile al tema), e Silvio, che non ha più, anche per questioni anagrafiche, l'energia di un tempo, deve accettarne le bizze e assecondarlo. A meno che non voglia mettere tutto nelle manine di Brunetta o nel riciclato plastico della Santanché. Gente che respinge, più che attirare. Insomma, il matrimonio s'ha da fare. Anche se dubito che la squadra abbia i numeri per farcela, se non compatteranno tutte le forze in campo. Cosa improbabile. Dipenderà da quanto Renzi riuscirà o meno a combinare. O a convincere l'elettorato, con disperati messaggi post berlusconiani e Cinegiornali-Luce, di avere combinato.