D'accordo, sarò un tipo all'antica (e so bene che le bollette, in qualche modo, vanno pagate), ma quando l'altra sera, distratto davanti alla pubblicità in tv, ho sentito partire un vecchio jingle cantato da una voce strana, magnetica e inequivocabile, un brivido mi ha percorso la schiena.
«Le stelle sono tante, milioni di milioni: la stella di Negroni, vuol dire qualità». Non ci potevo credere, ma a decantare la bontà del noto salame era proprio Enrico Ruggeri. L'uomo di «Contessa», «Quello che le donne non dicono», «La carta sotto» (forse la mia preferita), «Il futuro è un'ipotesi»; insomma, uno tra i cantautori più raffinati di sempre stava esaltando in musica l'insaccato industriale, e chiudeva (tanto abbiamo fatto 30...) con il claim: «Se è Negroni si sente», detto dalla sua voce maschia, col birignao e accenti milanesi. Una voce che ha cantato, in passato, cose straordinarie. Per non dire uniche.
Il web si è subito scatenato («Con la tv che ha fatto ultimamente, che cosa ti aspettavi...» e altre riflessioni), e probabilmente - ripeto - sono io quello sbagliato, all'antica. Uno spot non fa primavera e forse neanche porchetta. In fondo anche Mina (che però è solo interprete, non cantautrice col marchio Doc come lui) ha ceduto alle lusinghe della pubblicità. Ma che Ruggeri faccia il salame, cribbio, non te l'aspetteresti mai. E rimani lì, con la bocca aperta.
Come primo pensiero, oltre allo stridere del gesso sulla lavagna, ho mandato idealmente i miei complimenti ai creativi che sono riusciti a convincerlo. Il colpo è magistrale. Il secondo è stato per il bonifico. Enrico, tu che sei intelligente e hai senso dell'umorismo: per una cosa così spero che ti abbiano letteralmente ricoperto d'oro. Ma qualunque cifra sia, era comunque troppo poco.
«Le stelle sono tante, milioni di milioni: la stella di Negroni, vuol dire qualità». Non ci potevo credere, ma a decantare la bontà del noto salame era proprio Enrico Ruggeri. L'uomo di «Contessa», «Quello che le donne non dicono», «La carta sotto» (forse la mia preferita), «Il futuro è un'ipotesi»; insomma, uno tra i cantautori più raffinati di sempre stava esaltando in musica l'insaccato industriale, e chiudeva (tanto abbiamo fatto 30...) con il claim: «Se è Negroni si sente», detto dalla sua voce maschia, col birignao e accenti milanesi. Una voce che ha cantato, in passato, cose straordinarie. Per non dire uniche.
Il web si è subito scatenato («Con la tv che ha fatto ultimamente, che cosa ti aspettavi...» e altre riflessioni), e probabilmente - ripeto - sono io quello sbagliato, all'antica. Uno spot non fa primavera e forse neanche porchetta. In fondo anche Mina (che però è solo interprete, non cantautrice col marchio Doc come lui) ha ceduto alle lusinghe della pubblicità. Ma che Ruggeri faccia il salame, cribbio, non te l'aspetteresti mai. E rimani lì, con la bocca aperta.
Come primo pensiero, oltre allo stridere del gesso sulla lavagna, ho mandato idealmente i miei complimenti ai creativi che sono riusciti a convincerlo. Il colpo è magistrale. Il secondo è stato per il bonifico. Enrico, tu che sei intelligente e hai senso dell'umorismo: per una cosa così spero che ti abbiano letteralmente ricoperto d'oro. Ma qualunque cifra sia, era comunque troppo poco.