martedì 16 giugno 2015

MATTEO SALVINI, IL PRIMO LEADER GEOTAGGATO (GEUTAGA')

Molti sono convinti che questa ossessione di Matteo Salvini per l'abbigliamento didascalico, ossia capi di vestiario riportanti il nome della località in cui si trova in quel momento, sia un'astuta scelta di marketing politico localistico.
In realtà pare che il leader della Lega Nord, lanciatosi in una turbinosa campagna elettorale, manifesti da tempo problemi di spaesameno. Inteso non solo come insofferenza nei confronti del Paese (l'Italia) che spesso non va nella direzione da lui desiderata, ma proprio una confusione di tipo geografico-perimetrale dovuta allo stress e seguita a livello medico. Così, arrivato nel luogo del comizio, dove ripete come un mantra sempre gli stessi tre concetti, perché si fissino bene nel potenziale elettorato, Matteo ha bisogno di punti di riferimento per non perdere la bussola. C'è qualcosa di meglio di una felpa, di una maglietta, o di una camicia firmata come un atlante della De Agostini?
Ecco che allora bastano piccoli accorgimenti: «Oggi, amici di... (sbirciata al petto) Milano...»; oppure: «Siamo qui, nella fortezza ancora non espugnata di... (occhiata in basso furtiva) Calolzio Corte...»; e ancora: «Deve finire questo andazzo, anche a... (testa che si abbassa) Verona!». Se uno ha tanti impegni, c'è da capirlo. Fra l'altro la tecnica risulta utile anche ai tanti, troppi immigrati e ai clandestini sballottati per il Paese: se non sai dove ti hanno messo, basta imbattersi in un discorso dell'erede di Umberto Bossi per sapere esattamente dove ti trovi. Non è poco, anche se potrebbe essere interpretato come un assist nei confronti del nemico. 
Pare che Salvini adotti la stessa tecnica anche con le fidanzate, il cui nome verrebbe riportato a caratteri cubitali stavolta però sull'intimo. Se davvero con Elisa Isoardi si sono detti addio, ora per esempio il nostro sarà costretto a cambiare le mutande per non fare troppa confusione. Del resto non è semplice avere tanti contatti e responsabilità. Il deficit mnemonico del capo si farebbe sentire anche nel poco tempo libero. Corre voce che Salvini abbia una casa così grande da costringerlo a cambiare pigiama anche quando si mette in libertà. Ne avrebbe diversi tipi con la scritta: «SOGGIORNO», «CAMERA DA LETTO», «CUCINA SCAVOLINI» (così c'è anche lo sponsor), «SOPPALCO», e via discorrendo. Si veste e si sveste passando da un ambiente all'altro.
Detto ciò, nessuno mi toglie dalla testa che un giorno salterà fuori che Salvini è con Lapo Elkann nel business delle  felpe geotaggate. Anzi, geutagà. Come dicono a MIAMI.

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