A prescindere da come andrà, «Expo 2015», che apriva i cancelli quest'oggi alle 18 (mentre Andrea Bocelli tra poco ne canterà le lodi in Piazza Duomo, a Milano), ha già portato a casa un grosso risultato: l'azzeramento dell'odiata casta (si fa per dire, oggi siamo più che altro un plotone in fuga) dei giornalisti.
Come molti colleghi, per lavoro, ho fatto richiesta, 15 giorni fa, ovvero nei tempi prestabiliti dall'organizzazione, dell'accredito per accedere ai padiglioni di Pero. Un accredito che comunque, ovviamente, è nominale e personale. Inseriti dati e foto on-line, ho ricevuto la conferma dell'avvenuta ricezione con una mail automatica che mi preavvertiva della necessaria, successiva conferma dell'assegnazione dell'accredito e delle modalità per riceverlo o ritirarlo. Conferma che non è ancora arrivata, a Esposizione Universale già aperta, a tutti (e dico tutti) i colleghi interpellati. In queste ore mi è capitato di sentirne parecchi, di qualunque testata.
Mi auguro abbiano dato le press accreditation almeno agli stranieri, giusto per attenuare (lo dico con premura tutta italiana) la figura di guano planetaria che stiamo facendo. Ma tant'è.
È vero che è da folli entrare all'Expo nella prima settimana, ma qualche tipo bizzarro potrebbe avere l'impellente necessità di doverlo fare per lavoro.
A ciò si aggiunga il fatto che sul sito dell'Esposizione, nella pagina per i contatti stampa, figurano un numero di telefono fisso (che è costantemente occupato o suona libero), un'e-mail alla quale non risponde nessuno (ho scritto due volte anche per un'altra esigenza), e quattro numeri di cellulare con i nomi di quattro persone. Inutile dire che sono costantemente occupati e nessuno risponde. Anche a sms e messaggi urgenti lasciati in segreteria.
Evidentemente la cosa non riguarda i signori di Expo 2015. Almeno non nel 2015. Forse, chissà, qualcuno si degnerà per l'anno prossimo.
Come molti colleghi, per lavoro, ho fatto richiesta, 15 giorni fa, ovvero nei tempi prestabiliti dall'organizzazione, dell'accredito per accedere ai padiglioni di Pero. Un accredito che comunque, ovviamente, è nominale e personale. Inseriti dati e foto on-line, ho ricevuto la conferma dell'avvenuta ricezione con una mail automatica che mi preavvertiva della necessaria, successiva conferma dell'assegnazione dell'accredito e delle modalità per riceverlo o ritirarlo. Conferma che non è ancora arrivata, a Esposizione Universale già aperta, a tutti (e dico tutti) i colleghi interpellati. In queste ore mi è capitato di sentirne parecchi, di qualunque testata.
Mi auguro abbiano dato le press accreditation almeno agli stranieri, giusto per attenuare (lo dico con premura tutta italiana) la figura di guano planetaria che stiamo facendo. Ma tant'è.
È vero che è da folli entrare all'Expo nella prima settimana, ma qualche tipo bizzarro potrebbe avere l'impellente necessità di doverlo fare per lavoro.
A ciò si aggiunga il fatto che sul sito dell'Esposizione, nella pagina per i contatti stampa, figurano un numero di telefono fisso (che è costantemente occupato o suona libero), un'e-mail alla quale non risponde nessuno (ho scritto due volte anche per un'altra esigenza), e quattro numeri di cellulare con i nomi di quattro persone. Inutile dire che sono costantemente occupati e nessuno risponde. Anche a sms e messaggi urgenti lasciati in segreteria.
Evidentemente la cosa non riguarda i signori di Expo 2015. Almeno non nel 2015. Forse, chissà, qualcuno si degnerà per l'anno prossimo.