10) Vincent Van Gogh era vanitoso (un quadro su cinque sfornava un autoritratto) e gli piaceva (parecchio) dipingere. Vedi museo omonimo. Peccato sia morto a soli 37 anni, sennò gli facevo ritinteggiare anche il soggiorno.
9) Arrivato in centro per la prima volta, se non capisci nulla - e dico nulla - di come orientarti, non preoccuparti: è normale. Usa come punto di riferimento i principali cerchi disegnati dai mille canali navigabili cittadini, come si fa a Milano con le circonvallazioni esterna e interna. Oppure portati da casa un cane San Bernardo con attaccata al collo una botticella di grappa munita di Gps.
8) Vantando una lingua vagamente respingente ai più, gli olandesi parlano un eccellente inglese. Se ti fermi per qualche settimana, finisce che lo impari bene anche tu per osmosi. Oppure muori di stenti.
7) I nomi delle vie sono tutti - nessuno escluso - drammaticamente impronunciabili. A volte anche agli stessi amsterdamiani. Che non a caso sono stati costretti a imparare l'inglese.
6) La casa di Anna Frank è evitabilissima: due ore di coda, semivuota, e di norma non la trovi mai. Persino se avvisi. E l'Heineken Experience mi pare più una trovata furba per fare soldi sul marchio. L'Experience migliore la fanno i titolari di Heineken. Meglio optare per l'enorme museo di arte moderna, senza lasciarsi scoraggiare dal nome: Rijksmuseum.
5) Nelle famose vetrine del leggendario quartiere a luci rosse, il Red Light District, le migliori ragazze esposte (non fotografabili, pena l'amputazione delle mani) si trovano nella fascia notturna. Sono quelle che possono permettersi l'affitto degli spazi nelle ore più ambite. Se passi di giorno, in modalità low cost, c'è la fiera della buzzicona e la sagra della sdentata. E non credo che la dentatura sconnessa sia un plus per agevolare alcune prestazioni. È che esiste il prime time come in tv.
Attenzione: spesso alcuni clienti che entrano nelle anguste stanzette, all'uscita sono accolti da applausi, incoraggiamenti e da una ola. Uno spettacolo di rara tristezza.
4) Cannabis, marijuana, erba o come la si voglia chiamare, pur essendo un richiamo costante in città (vendono anche i chupa-chups nelle bancarelle e le lattine "starter kit" per i principianti) non va presa per strada ma nei tanti coffee shops. Più o meno di qualità. La canna non è legale ma tollerata. Fino a 5 grammi l'hashish si può vendere. Sino a 30 detenere per uso personale. Oltre i 30 grammi vi prendono per girare il remake de «I cannoni di Navarone».
3) È vero quel che dicono le donne italiane al vostro seguito: le ragazze olandesi standard sono tutte bionde naturali, pelle chiara, occhi azzurri, sorridenti, piacevoli. Ma uguali. Fatte con lo stampino, insomma. Uno scandalo, una noia assoluta.
Ecco, se possibile ne vorrei ordinare tre. Così, per iniziare.
2) Sesso e droghe leggere. Vecchi luoghi comuni vi hanno convinto che l'economia della città si regga su questi due segmenti commerciali. Niente di più sbagliato. Amsterdam campa di tulipani. Intere vie sono dedicate alla vendita al dettaglio su bancarelle del prezioso bulbo, anche con ghiotte offerte speciali. Un tempo le vetrine erano piene di tristi zoccoli di legno olandesi da portare a casa come souvenir. Ora sono quasi introvabili. In compenso i tulipani ti escono anche dal rubinetto dell'hotel e in giro ti piazzano chili di sementi in pacchetto ricordo. Il sospetto che ci sia un esubero di offerta non viene a nessuno.
1) Tutti vi avranno già detto che Amsterdam è famosa per le biciclette. Io vi dico di più. Amsterdam è totalmente in ostaggio dei ciclisti. Che si aggirano per strade, viuzze e canali con una velocità e una protervia imbarazzanti. Scampanellano, arrotano pedoni, sfrecciano senza pietà alcuna nelle piste ciclabili. E guai ad attraversarle camminando. Vi odieranno come si odia chi ha commesso crimini contro l'umanità. Qui il ciclista è padrone e si sente tale. Ha la meglio su auto, tassisti, mezzi di soccorso. Sottomette tutti. I più intraprendenti fra loro hanno chiesto e ottenuto lo ius primae noctis sulle turiste più piacenti. Che sono costrette a soggiacere fra soavi scampanellii simulando piacere e urlando il motto della città: «Valorosa, decisa, misericordiosa!» mentre si innesta contemporaneamente un cambio Shimano.
Peccato per i ciclisti, perché la città è davvero deliziosa.
9) Arrivato in centro per la prima volta, se non capisci nulla - e dico nulla - di come orientarti, non preoccuparti: è normale. Usa come punto di riferimento i principali cerchi disegnati dai mille canali navigabili cittadini, come si fa a Milano con le circonvallazioni esterna e interna. Oppure portati da casa un cane San Bernardo con attaccata al collo una botticella di grappa munita di Gps.
8) Vantando una lingua vagamente respingente ai più, gli olandesi parlano un eccellente inglese. Se ti fermi per qualche settimana, finisce che lo impari bene anche tu per osmosi. Oppure muori di stenti.
7) I nomi delle vie sono tutti - nessuno escluso - drammaticamente impronunciabili. A volte anche agli stessi amsterdamiani. Che non a caso sono stati costretti a imparare l'inglese.
6) La casa di Anna Frank è evitabilissima: due ore di coda, semivuota, e di norma non la trovi mai. Persino se avvisi. E l'Heineken Experience mi pare più una trovata furba per fare soldi sul marchio. L'Experience migliore la fanno i titolari di Heineken. Meglio optare per l'enorme museo di arte moderna, senza lasciarsi scoraggiare dal nome: Rijksmuseum.
5) Nelle famose vetrine del leggendario quartiere a luci rosse, il Red Light District, le migliori ragazze esposte (non fotografabili, pena l'amputazione delle mani) si trovano nella fascia notturna. Sono quelle che possono permettersi l'affitto degli spazi nelle ore più ambite. Se passi di giorno, in modalità low cost, c'è la fiera della buzzicona e la sagra della sdentata. E non credo che la dentatura sconnessa sia un plus per agevolare alcune prestazioni. È che esiste il prime time come in tv.
Attenzione: spesso alcuni clienti che entrano nelle anguste stanzette, all'uscita sono accolti da applausi, incoraggiamenti e da una ola. Uno spettacolo di rara tristezza.
4) Cannabis, marijuana, erba o come la si voglia chiamare, pur essendo un richiamo costante in città (vendono anche i chupa-chups nelle bancarelle e le lattine "starter kit" per i principianti) non va presa per strada ma nei tanti coffee shops. Più o meno di qualità. La canna non è legale ma tollerata. Fino a 5 grammi l'hashish si può vendere. Sino a 30 detenere per uso personale. Oltre i 30 grammi vi prendono per girare il remake de «I cannoni di Navarone».
3) È vero quel che dicono le donne italiane al vostro seguito: le ragazze olandesi standard sono tutte bionde naturali, pelle chiara, occhi azzurri, sorridenti, piacevoli. Ma uguali. Fatte con lo stampino, insomma. Uno scandalo, una noia assoluta.
Ecco, se possibile ne vorrei ordinare tre. Così, per iniziare.
2) Sesso e droghe leggere. Vecchi luoghi comuni vi hanno convinto che l'economia della città si regga su questi due segmenti commerciali. Niente di più sbagliato. Amsterdam campa di tulipani. Intere vie sono dedicate alla vendita al dettaglio su bancarelle del prezioso bulbo, anche con ghiotte offerte speciali. Un tempo le vetrine erano piene di tristi zoccoli di legno olandesi da portare a casa come souvenir. Ora sono quasi introvabili. In compenso i tulipani ti escono anche dal rubinetto dell'hotel e in giro ti piazzano chili di sementi in pacchetto ricordo. Il sospetto che ci sia un esubero di offerta non viene a nessuno.
1) Tutti vi avranno già detto che Amsterdam è famosa per le biciclette. Io vi dico di più. Amsterdam è totalmente in ostaggio dei ciclisti. Che si aggirano per strade, viuzze e canali con una velocità e una protervia imbarazzanti. Scampanellano, arrotano pedoni, sfrecciano senza pietà alcuna nelle piste ciclabili. E guai ad attraversarle camminando. Vi odieranno come si odia chi ha commesso crimini contro l'umanità. Qui il ciclista è padrone e si sente tale. Ha la meglio su auto, tassisti, mezzi di soccorso. Sottomette tutti. I più intraprendenti fra loro hanno chiesto e ottenuto lo ius primae noctis sulle turiste più piacenti. Che sono costrette a soggiacere fra soavi scampanellii simulando piacere e urlando il motto della città: «Valorosa, decisa, misericordiosa!» mentre si innesta contemporaneamente un cambio Shimano.
Peccato per i ciclisti, perché la città è davvero deliziosa.