Perché le previsioni del
tempo sbagliano ormai con una frequenza impressionante? Premettendo che tutto
il meteo di cui fruiamo in Italia viene da elaborazioni tratte dai modelli (e
quindi dalle elaborazioni algoritmiche) di un unico consorzio europeo, che le
rilascia ogni 12 ore, per poi essere lette e interpretate da siti e meteorologi
vari su un binario già ampiamente tracciato, bisogna essere a conoscenza di un’altra
cosa. Le previsioni a 24 ore sono ritenute attendibili attorno al 95%, nei due
giorni successivi l’attendibilità si riduce drasticamente, e arriva sotto al
50% fra il quarto e il quinto giorno. Le previsioni oltre il settimo giorno,
dicono gli esperti, sono praticamente carta straccia. «Chi le fornisce fa
qualcosa di scorretto» dice Paolo Sottocorona, meteorologo di La7.
Ma perché il meteo spesso non
ci azzecca, per dirla con Di Pietro, neppure con un solo giorno di preavviso?
«Perché» continua «con l’innalzamento di un paio di gradi della temperatura
globale, sono aumentati a dismisura sia in termini di frequenza che di
intensità, i cosiddetti fenomeni estremi, ovvero troppo caldo, freddo, piogge o
tempeste improvvise. E questi eventi non sono assolutamente prevedibili. La mia
sensazione è che i modelli non siano stati ancora modificati implementando
queste variabili impazzite, peraltro difficili da fissare».
«Quanto alle ipotesi di
richieste di danni ai meteorologi che ogni tanto si sentono da parte degli
operatori» dice Sottocorona «sono assurde. Anzitutto perché gli operatori
turistici non sono i committenti delle previsioni, ma dei fruitori, come tutti.
Sarebbe come chiedere un’auto in prestito a un amico, l’auto si guasta
facendoci perdere un affare, e per questo intentare causa per danni all’amico.
Non ci sono le basi giuridiche. E poi come dimostri il danno? Non è che questi
cali di presenze sono dovuti piuttosto alla crisi, alle aziende e alle
fabbriche che chiudono? Non vedo l’ora che qualcuno mi faccia una causa di
questo tipo. Farei una contro azione legale per danni all’immagine al lavoro di
una vita, e sono sicuro che mi metterei a posto per la pensione».