Dunque (salvo improbabili intoppi dell'ultim'ora) Massimo Giannini, vicedirettore di Repubblica, da settembre prenderà il posto di Giovanni Floris alla conduzione di «Ballarò», nei martedì sera di Raitre. Floris, com'è noto, dopo i recenti screzi con Matteo Renzi, se ne va nella già folta pattuglia giornalistica di La7 a tentare una nuova avventura, come dicono quelli che parlano bene. Lascerà il quotidiano approfittando di un anno di aspettativa, poi si vedrà.
Giannini scrive egregiamente, ma la tv non è il suo mestiere. Non so se lo imparerà, ma attualmente di certo non lo è. Al bravo ragazzo Floris, un po' primo della classe ma capace anche di creare empatia (butta un po' di ironia qua e là, e la risata d'ordinanza nei siparietti con Maurizio Crozza), si contrapporrà un gatto di marmo aggrappato agli zebedei dell'etere. Uno che in un talk ci sta bene come la Muta (anzi, il muto) di Portici.
Niente contro Giannini, sia chiaro, che ha dalla sua anche un po' di figaggine in più, che non guasta e piace al pubblico femminile. Ma anche Alessio Vinci a «Matrix» alla fine non ha fatto gridare al miracolo. Inoltre, non vorrei che la proverbiale lentezza espositiva del Giannini (magari fosse Giancarlo), unita a quella verve da tumulazione incombente e a quel volto mono espressivo, nuocessero al programma. Comprendo le ragioni politiche che stanno dietro questa scelta, ma temo che possa nuocere agli ascolti di una rete che era stata capace di costruire molto negli ultimi anni diventando leader in quella serata. Certo, se invece volevano un becchino per «Ballarò», probabilmente Massimino è quello giusto.
Giannini scrive egregiamente, ma la tv non è il suo mestiere. Non so se lo imparerà, ma attualmente di certo non lo è. Al bravo ragazzo Floris, un po' primo della classe ma capace anche di creare empatia (butta un po' di ironia qua e là, e la risata d'ordinanza nei siparietti con Maurizio Crozza), si contrapporrà un gatto di marmo aggrappato agli zebedei dell'etere. Uno che in un talk ci sta bene come la Muta (anzi, il muto) di Portici.
Niente contro Giannini, sia chiaro, che ha dalla sua anche un po' di figaggine in più, che non guasta e piace al pubblico femminile. Ma anche Alessio Vinci a «Matrix» alla fine non ha fatto gridare al miracolo. Inoltre, non vorrei che la proverbiale lentezza espositiva del Giannini (magari fosse Giancarlo), unita a quella verve da tumulazione incombente e a quel volto mono espressivo, nuocessero al programma. Comprendo le ragioni politiche che stanno dietro questa scelta, ma temo che possa nuocere agli ascolti di una rete che era stata capace di costruire molto negli ultimi anni diventando leader in quella serata. Certo, se invece volevano un becchino per «Ballarò», probabilmente Massimino è quello giusto.