Nel corso di
quest’intervista, fatta nella sua nuova casa romana, la napoletana Serena Rossi
trova il tempo di: rispondere a un paio di domande con la cadenza trascinata da
cumenda milanese (facendo il verso al nordico interlocutore); ricevere un
corriere per un acquisto on-line fatto dal (fortunatissimo) fidanzato; parlare
per un po’ con la voce impostata da consumata interprete di prosa, e –
soprattutto – darsi della «fictionara». Ovvero attrice abbonata al mondo delle
fiction. E in effetti, come darle torto? Ci sono più serie tv nel suo
curriculum, che trasgressioni in quello di Madonna. Inizia nel 2003 occupando
per sette anni «Un posto al sole», e si fa notare in prima serata nel 2008 con
«La vampa d’agosto», episodio cult de «Il commissario Montalbano» replicato di
recente col 30% di share. Poi si accaparra, tralasciando molte cose, «Puccini»,
la prima serie di «Che Dio ci aiuti» (anche qui repliche d’oro), «R.I.S. Roma –
Delitti imperfetti» e «Il clan dei
camorristi».
Serena, ho dimenticato
qualcosa?
«Per esempio che ho debuttato
a teatro, nel 2002, con “Scugnizzi”, di Gino Landi e Claudio Mattone. Però sono
una fictionara, e ci sta. Ma attenzione: sto per approdare al cinema, mai
affrontato prima».
Perbacco. Quando?
«A ottobre. Sarò
coprotagonista di “Song ‘e Napule”, dei Manetti Bros. È la storia di un rigido
poliziotto napoletano, anomalo perché odia i napoletani, interpretato da
Alessandro Roja. Deve fare un blitz per arrestare un boss della camorra,
intrufolandosi nella band del cantante neomelodico Lollo Love, che si esibisce
per lui. Io sono la sorella del cantante. Un ruolo che adoro perché è una tipa
sguaiata, rumorosa, che sculetta, vistosa…».
A Napoli la chiamereste
«vaiassa», credo…
«Bravissimo! Ma come fa a
saperlo?».
Ho studiato. Senta, da
attrice in forte ascesa, qual è stata la svolta per la sua carriera?
«Senz’altro “La vampa
d’agosto” con Zingaretti. Lì mi ha notata molta gente, e da lì sono partite
tante cose. Con Luca, che mi vuole bene e che sul set è molto generoso, ci
siamo appena ritrovati per girare la fiction “Olivetti”, che vedrete sempre a
ottobre, in due puntate su Raiuno».
Lì niente «vaiasse»,
immagino…
«No, lì sarò una ragazza
madre disperata che fa un colloquio per l’assunzione, viene presa in azienda,
con gli anni diventa una grafica importante, e ha una storia con un operaio.
Sarò anche una contadina calabrese in “Rossella 2” con la Pession. Ma mi devo
dare una calmata».
In che senso?
«Sto rifiutando un po’ di
cose, ultimamente: cerco il vero salto di qualità. Potrei andare avanti
all’infinito a fare ruoli più o meno secondari in altre mille fiction, ma ora
mi piacerebbe qualcosa di più».
E la conduzione? Ha fatto
solo «Le note degli angeli», nel 2012, con Giletti. Funzionava. Perché si è
fermata?
«Non mi hanno proposto altro,
ma mi piaceva l’adrenalina della diretta. Se arrivasse un’offerta per
affiancare qualcuno con esperienza, forse accetterei».
Ma lei lavora in quanto
bella, o in quanto brava?
«Perché sono malleabile. Me
lo dicono tutti i registi. Ascolto molto, non rompo le scatole, mi appassiono,
mi lascio plasmare, arrivo in orario…».
C’è altro che le succederà in
ottobre?
«Sì, però è settembre: esce
un mio cd, “Nella casa di Pepe”. 10 brani inediti e una cover di Finardi,
anticipati in questi giorni dal singolo e dal video “Nessuno”, scritto da Nino
Buonocore. Nasco cantante, e la voglia di tornare a cantare mi è venuta dopo un
viaggio a Cuba. Dove c’è la casa di Pepe, appunto».
(LUGLIO 2013)