Conosco Selvaggia Lucarelli da quando, nel '32, prima della Seconda Guerra Mondiale, la broccolavo con qualche innocuo sms. Un'ubertosa romana dalla simpatia lieve (al mix aggiungi un po' di timidezza e tante contraddizioni) e dalla voglia di emergere tampinata da un ancora entusiasta giornalista di spettacolo. Da allora non ci siamo mai persi di vista, avendo in comune una visione obiettiva, ironica, a volte un po' stronzetta (ma chi non lo è?), di questo mestiere e della vita.
Lei la minigonna, col tempo, dopo il periodo Max Giusti, per intendersi, l'ha saggiamente abbandonata; io i bermuda, stupidamente, li porto ancora. Da «finto giovane che va in vacanza a Formentera», come direbbe Selvy. Che essendo diventata la vendicatrice del gentil sesso, la Robocop delle single, la Nera Mietitrice del maschio disorientato, la Milf senza macchia e senza paura, non risparmia niente e nessuno. Persino i miei affetti turistici più cari. Ma glielo perdono, perché è un giorno di festa.
Eggià, Selvaggia oggi compie 40 anni e, col tempo e una determinazione che ho riscontrato in pochi altri esseri viventi (tra questi, Barbara D'Urso), è diventata la Wonder Woman di Civitavecchia: sul web è seguita da un esercito di adoranti estimatori e soprattutto scatenate fans che ha tirato su come l'Uomo Delmonte faceva con gli ananas e le banane; con un uso intelligente e strategico dei social, Facebook e Twitter in particolare, che le invidio non poco. Qualcuno è habentes. Altri, letti i commenti ai post, andrebbero fucilati sulla Piazza Rossa come nemici del popolo, ma è giusto così. Nella massa c'è di tutto: il meglio e il peggio. E se volete aggiungo anche che non c'è più la mezza stagione. Et voilà.
Selvaggia è intelligente e brava, a volte sorprendentemente brava. Come nell'elenco «L'amore non mi manca perché...» del suo libro «Che ci importa del mondo». Un volumone divertente: prima parte un po' Sex and the City, chiacchiere taglienti fra amiche su maschi e cerette, seconda parte romanzo rosa. Tutti gli ingredienti per piacere alla legione di fans adoranti con la sua foto sul salvaschermo dell'iPhone. Selvaggia ha una scrittura ficcante e avvolgente. Non le manca la verve e neppure gli spunti. Ovviamente ha anche i suoi difetti, che sono più che altro piccole astuzie, ma non è la sede per parlarne. Non mi va. L'ho già fatto qualche volta con lei. Oggi c'è tempo soltanto per celebrare un'amica e per farle un regalo - sicuramente inatteso - che mi andava di farle da un po'. Mi spiego meglio.
Usciti una sera per una festa a Milano, scherzando, al rientro, la minacciai dicendole: «Non farmi mai incazzare, altrimenti ho già pronta una battuta stroncante sul tuo conto, che ti piallerebbe viva». Spacconavo bonariamente, chiaro. E piallare Selvaggia, per ovvie ragioni, anche di pressione anteriore, non è facile. Lei, ovviamente, non si scompose. Ma rimase molto incuriosita. E in quell'occasione (ma anche una sola volta in seguito) mi chiese di rivelarle quale fosse quella misteriosa battuta.
Eccola: «Selvaggia Lucarelli: blogger, opinionista, conduttrice di programmi, concorrente di reality e tanto altro. Purtroppo verrà ricordata dai posteri soltanto come la nuora di Adriano Pappalardo».
Cattivella, lo so. Forse neanche male, a modo suo.
Se tiro fuori questo cadeau oggi, Selvaggia, allo scoccare dei tuoi 40, non è certo per stronzaggine. È perché col tempo sono felice di dirti che hai buttato giù la barriera dei pregiudizi, l'hai ammazzata con i fatti, questa malignità. E solo i fatti parlano, lo sappiamo entrambi. Con la tigna e la bravura di cui sopra, l'hai sbriciolata. Le parole stanno a zero. Oggi al massimo Adriano Pappalardo potrà gloriarsi di averti avuta per un breve periodo come nuora. E diciamocelo: non è poca cosa poter cantare «Ricominciamo» alla tua tenera età.
Lei la minigonna, col tempo, dopo il periodo Max Giusti, per intendersi, l'ha saggiamente abbandonata; io i bermuda, stupidamente, li porto ancora. Da «finto giovane che va in vacanza a Formentera», come direbbe Selvy. Che essendo diventata la vendicatrice del gentil sesso, la Robocop delle single, la Nera Mietitrice del maschio disorientato, la Milf senza macchia e senza paura, non risparmia niente e nessuno. Persino i miei affetti turistici più cari. Ma glielo perdono, perché è un giorno di festa.
Eggià, Selvaggia oggi compie 40 anni e, col tempo e una determinazione che ho riscontrato in pochi altri esseri viventi (tra questi, Barbara D'Urso), è diventata la Wonder Woman di Civitavecchia: sul web è seguita da un esercito di adoranti estimatori e soprattutto scatenate fans che ha tirato su come l'Uomo Delmonte faceva con gli ananas e le banane; con un uso intelligente e strategico dei social, Facebook e Twitter in particolare, che le invidio non poco. Qualcuno è habentes. Altri, letti i commenti ai post, andrebbero fucilati sulla Piazza Rossa come nemici del popolo, ma è giusto così. Nella massa c'è di tutto: il meglio e il peggio. E se volete aggiungo anche che non c'è più la mezza stagione. Et voilà.
Selvaggia è intelligente e brava, a volte sorprendentemente brava. Come nell'elenco «L'amore non mi manca perché...» del suo libro «Che ci importa del mondo». Un volumone divertente: prima parte un po' Sex and the City, chiacchiere taglienti fra amiche su maschi e cerette, seconda parte romanzo rosa. Tutti gli ingredienti per piacere alla legione di fans adoranti con la sua foto sul salvaschermo dell'iPhone. Selvaggia ha una scrittura ficcante e avvolgente. Non le manca la verve e neppure gli spunti. Ovviamente ha anche i suoi difetti, che sono più che altro piccole astuzie, ma non è la sede per parlarne. Non mi va. L'ho già fatto qualche volta con lei. Oggi c'è tempo soltanto per celebrare un'amica e per farle un regalo - sicuramente inatteso - che mi andava di farle da un po'. Mi spiego meglio.
Usciti una sera per una festa a Milano, scherzando, al rientro, la minacciai dicendole: «Non farmi mai incazzare, altrimenti ho già pronta una battuta stroncante sul tuo conto, che ti piallerebbe viva». Spacconavo bonariamente, chiaro. E piallare Selvaggia, per ovvie ragioni, anche di pressione anteriore, non è facile. Lei, ovviamente, non si scompose. Ma rimase molto incuriosita. E in quell'occasione (ma anche una sola volta in seguito) mi chiese di rivelarle quale fosse quella misteriosa battuta.
Eccola: «Selvaggia Lucarelli: blogger, opinionista, conduttrice di programmi, concorrente di reality e tanto altro. Purtroppo verrà ricordata dai posteri soltanto come la nuora di Adriano Pappalardo».
Cattivella, lo so. Forse neanche male, a modo suo.
Se tiro fuori questo cadeau oggi, Selvaggia, allo scoccare dei tuoi 40, non è certo per stronzaggine. È perché col tempo sono felice di dirti che hai buttato giù la barriera dei pregiudizi, l'hai ammazzata con i fatti, questa malignità. E solo i fatti parlano, lo sappiamo entrambi. Con la tigna e la bravura di cui sopra, l'hai sbriciolata. Le parole stanno a zero. Oggi al massimo Adriano Pappalardo potrà gloriarsi di averti avuta per un breve periodo come nuora. E diciamocelo: non è poca cosa poter cantare «Ricominciamo» alla tua tenera età.