Giorgia Pino o Cristina Scuccia? Sfida di suora, verrebbe da dire, pascolando in altri terreni più prosaici e lanciando un hashtag birichino: #SFIDADISUORA.
In ogni caso, buon sangue non mente. E se non mente neppure il Televoto, che ha dalla sua una bella dose di demagogica ruffianeria atavica, Suor Cristina Scuccia vincerà senza troppe difficoltà la seconda edizione di «The Voice of Italy». Pur essendo probabilmente meno talentosa della diciottenne salentina dalla voce piena e duttilissima.
Gli altri due finalisti, ovvero Tommaso Pini e Giacomo Voli? Per farcela possono solo puntare sul miracolo. Terreno sul quale si muove senza dubbio più agilmente la piccola religiosa di Comiso (Ragusa), che appartiene al team di J-Ax. Con buona pace di Carrà, Pelù e Noemi.
«Ho un dono e ve lo dono», dice la sister act de noantri, e il pubblico risponderà all'appello ringraziandola, felice di portarla non certo nella polvere, ma sull'altare. E a chi dice che in fondo è tutta tv e dunque farebbe buon gioco, per l'effetto sorpresa (e perché il personaggio è stato già mediaticamente «spremuto») una sconfitta della sorella, viene facile rispondere che l'Italia di questi tempi ha bisogno di un sogno. Lo stesso che ha regalato al mondo Papa Francesco. E non sarebbe carino portarglielo via. L'unica speranza che ha Giorgia, l'altra favorita, è che possa prevalere agli occhi del pubblico il sogno del brutto anatroccolo che diventa cigno, della ragazzina bruttarella che si è fatta da sola e che sfonda nello spettacolo grazie a un talento maiuscolo. L'essenza del talent di Raidue, volendo. In un'edizione diversa, forse ce l'avrebbe fatta. Questa è nata e cresciuta in missione per conto di Dio. Dunque non c'è storia.
In ogni caso, buon sangue non mente. E se non mente neppure il Televoto, che ha dalla sua una bella dose di demagogica ruffianeria atavica, Suor Cristina Scuccia vincerà senza troppe difficoltà la seconda edizione di «The Voice of Italy». Pur essendo probabilmente meno talentosa della diciottenne salentina dalla voce piena e duttilissima.
Gli altri due finalisti, ovvero Tommaso Pini e Giacomo Voli? Per farcela possono solo puntare sul miracolo. Terreno sul quale si muove senza dubbio più agilmente la piccola religiosa di Comiso (Ragusa), che appartiene al team di J-Ax. Con buona pace di Carrà, Pelù e Noemi.
«Ho un dono e ve lo dono», dice la sister act de noantri, e il pubblico risponderà all'appello ringraziandola, felice di portarla non certo nella polvere, ma sull'altare. E a chi dice che in fondo è tutta tv e dunque farebbe buon gioco, per l'effetto sorpresa (e perché il personaggio è stato già mediaticamente «spremuto») una sconfitta della sorella, viene facile rispondere che l'Italia di questi tempi ha bisogno di un sogno. Lo stesso che ha regalato al mondo Papa Francesco. E non sarebbe carino portarglielo via. L'unica speranza che ha Giorgia, l'altra favorita, è che possa prevalere agli occhi del pubblico il sogno del brutto anatroccolo che diventa cigno, della ragazzina bruttarella che si è fatta da sola e che sfonda nello spettacolo grazie a un talento maiuscolo. L'essenza del talent di Raidue, volendo. In un'edizione diversa, forse ce l'avrebbe fatta. Questa è nata e cresciuta in missione per conto di Dio. Dunque non c'è storia.