Mentre su Skyuno si chiudeva tra le pernacchie twitteriane la finale in diretta di Masterchef (mai mandare in diretta uno show fatto da non professionisti della televisione: chef e aspiranti cuochi non sono i cantanti di X-Factor), su Raidue Elio e le storie tese arrancavano al debutto del loro nuovo Il Musichione.
Alla presenza di un Pippo Baudo che voleva simulare l'effetto mummificato, ma lasciava il dubbio di interpretarlo al naturale, senza alcuna fatica, si consumava il rito (un po' stanco) degli elii. Che sono certo ottimi cantanti e grandi autori di canzoni ironiche, ma non showmen. E il Musichione purtroppo solo un quiz loffio con Nek e Mietta, non il Dopofestival. Che aveva ben altro respiro e poteva giocare sulla freschezza delle polemiche.
Qui si andava a tentoni, e persino il buon Rocco Tanica, alle prese con un'intervista a Laura Pausini (tra i momenti migliori del programma) non ha fatto stravedere. Pochissime (purtroppo) le buone canzoni, tra queste una straordinaria variazione jazzata di Vattene amore con Mietta e Franco Cerri, e troppe inutili parole e trovatine scarsamente divertenti. Come la parodia finale di «The Walking Dead», che non decollava. Mancava insomma il magic touch eliano. Il tempo per correggere il tiro c'è, ma è un vero peccato essere partiti così.
Alla presenza di un Pippo Baudo che voleva simulare l'effetto mummificato, ma lasciava il dubbio di interpretarlo al naturale, senza alcuna fatica, si consumava il rito (un po' stanco) degli elii. Che sono certo ottimi cantanti e grandi autori di canzoni ironiche, ma non showmen. E il Musichione purtroppo solo un quiz loffio con Nek e Mietta, non il Dopofestival. Che aveva ben altro respiro e poteva giocare sulla freschezza delle polemiche.
Qui si andava a tentoni, e persino il buon Rocco Tanica, alle prese con un'intervista a Laura Pausini (tra i momenti migliori del programma) non ha fatto stravedere. Pochissime (purtroppo) le buone canzoni, tra queste una straordinaria variazione jazzata di Vattene amore con Mietta e Franco Cerri, e troppe inutili parole e trovatine scarsamente divertenti. Come la parodia finale di «The Walking Dead», che non decollava. Mancava insomma il magic touch eliano. Il tempo per correggere il tiro c'è, ma è un vero peccato essere partiti così.