Ci sono dischi che nascono per caso. Per imposizioni dei discografici (l'esempio sono quegli artisti che muovono grandi fatturati), o per la fretta di portare a casa un «prodotto». Espressione sempre stridente in presenza di materiale vivo come la musica. Ma tant'è. E poi ci sono dischi pensati, curati, figli di un orgoglioso percorso.
È il caso di «Canto», nuovo lavoro della Rosalina Blu's Band di Davide Giacon. La cover band ufficiale di Fabio Concato (che vede schierati anche Max Penzo alla batteria, Carlo Zerri alle tastiere e Alessandro Oliva al basso) ha fatto il salto di qualità pubblicando un cd che viene da lontano. 12 anni di musica nei club, nelle piazze, sotto il segno (ma anche sotto il sogno) del talento dell'uomo di «Domenica bestiale», per citare una tra le pagine più note. Un maestro nel cesellare jazzeggiando piccole emozioni, amori, empatie. Lo stesso lavoro fatto parallelamente da Giacon e dai suoi bravi, non in senso manzoniano. Tant'è che ora i nostri
vengono premiati dalla presenza della matrice: lo stesso Concato che duetta con Giacon in «Canto», una fra le 10 pagine dell'album.
Una produzione maniacalmente curata, che si tiene volutamente abbastanza lontana dal Concato più commerciale, sempre che ne esista veramente uno, e va a scoprire piccoli tesori. Un grande disco dove la bella voce di Davide, che ultimamente si era un po' staccata dalla pura clonazione del maestro (cosa che gli aveva giovato, aiutandolo a trovare un tratto più personale), a volte ritorna prepotentemente nel solco. Non si capisce se sia un omaggio, o un riflesso condizionato in sala di registrazione. Quasi che fosse dovuto. E non lo era. O forse sì? In ogni caso, è il minore dei mali. «Canto» è un album che scorre via come acqua di sorgente. Bello immergersi un pezzetto alla volta.