Fra le nuove proposte di Sanremo 2014 trionfa, dunque (con margini peraltro impressionanti al televoto) Rocco Hunt. Il simpatico rapper salernitano è indubbiamente un soggetto anomalo, nella categoria. Anziché essere massiccio e incazzato, come la maggior parte dei colleghi rappeggianti, sempre intenti a fotografare il marcio, il degrado, il mondo che non va, Rocco, con la sua «Nu juorno buono», fa l'operazione contraria: spaccia ottimismo. Esagera con la positività. Rasenta la "negacion de la evidencia", come teorizzava Paolo Rossi.
Gli altri spruzzano ironia e sarcasmo, primo fra tutti J-Ax. Lui invece vede il sole e nega la Terra dei fuochi. E quando vince piange, si commuove, scopre la sua debolezza senza farsi problemi. Manca lo spessore, si potrebbe dire, ma del resto è molto giovane, e probabilmente non lo cerca. Forse perché è semplicemente genuino, forse perché sa che il pubblico - Checco Zalone docet - in questo momento vuole positività. Cerca «Sole a catinelle», non grandinate di guano. Anche perché le brutture occupano già troppo tempo della nostra giornata. Rocco Hunt è una strana ibridazione: una sorta di neomelodico del rap. Non c'è da stupirsi: prima o poi doveva succedere.
Gli altri spruzzano ironia e sarcasmo, primo fra tutti J-Ax. Lui invece vede il sole e nega la Terra dei fuochi. E quando vince piange, si commuove, scopre la sua debolezza senza farsi problemi. Manca lo spessore, si potrebbe dire, ma del resto è molto giovane, e probabilmente non lo cerca. Forse perché è semplicemente genuino, forse perché sa che il pubblico - Checco Zalone docet - in questo momento vuole positività. Cerca «Sole a catinelle», non grandinate di guano. Anche perché le brutture occupano già troppo tempo della nostra giornata. Rocco Hunt è una strana ibridazione: una sorta di neomelodico del rap. Non c'è da stupirsi: prima o poi doveva succedere.