Il recentissimo acquisto del
format di «Italia’s Got Talent» da parte di Sky (che l’ha comprato da
FreemantleMedia scippandolo a Mediaset) è un’operazione della quale sulle prime
non ho capito la strategia. Si parla, in fondo, della versione 2.0 de «La Corrida».
Un classicone di Corrado (ri)portato al successo da Maria De Filippi, Gerry
Scotti e Rudy Zerbi (con l'appeal sexy di Belen Rodriguez) in versione talent-show. Quindi del varietà dalla formula
più generalista del mondo, se si va a esaminarne l’essenza. Difficile
immaginarlo su una rete a pagamento. E invece, forse, a pensarci bene, si
tratta di una bella mossa.
Che nasce sotto il segno dei
vari «X-Factor» e «Masterchef», da anni dominatori della scena sulle reti di
Murdoch.
Naturalmente Sky dovrà
renderlo più fighetto, appetibile e stravagante (come struttura e composizione
della giuria, per esempio, che andrà totalmente rimpiazzata); lo potrà trasformare senza sensi di colpa da prime
time in qualcosa di molto più cattivo di quanto sia ora. Del resto il materiale
umano si presta. Infine, potrà sfruttare il vasto bacino dei casting di cantanti
disperati e piccoli casi umani del pentagramma obbligatoriamente esclusi da
«X-Factor». Attenzione, perché «Italia’s Got Talent» su Sky forse non è poi
un’idea così balzana come può sembrare a prima vista.